Diamo per acclarato che le famiglie del Mulino Bianco esistono solo nelle pubblicità.
Tutto si basa su fondamenta fragili se non inesistenti. La riuscita di una coppia è un evento puramente casuale, determinato da fattori che ai più sono imperscrutabili, poichè predisposti solo dallo stato d'animo individuale del singolo componente della coppia verso il formarsi della stessa (In pratica se ha voglia o meno di caricarsi di quest'onere).
Chi crede nella vita di coppia sulla base di canoni quali l'amore, la complicità e tutto questo genere di cretinate e corbellerie, è libero di farlo, ovviamente, così come è libero di trovarsi a dover cambiare partner piuttosto spesso, data la rapida caducità dei riferimenti che ha scelto per costituire il fondamento del proprio rapporto di coppia.
A rincarare la dose, contribuisce il fatto che il termine amore viene spesso confuso col termine attrazione, quello che anni fa Alberoni aveva intelligentemente indicato come innamoramento, sentimento in cui il confine con la curiosità è esteso a tal punto da costituire una sfumatura quasi impercettibile per aree inaspettatamente vaste.
Eppure, nella visione maggiormente diffusa e popolare, pare che la promiscuità sessuale sia il fattore più inviso a una società falsamente laica, formata da bacchettoni insopportabili, aperti solo a parole a un proliferare di incontri che non minano, né dovrebbero la vita della coppia originaria, ma che sono vissuti come minacce all'unicità del legame sancito dalla sacralità della coppia.
Ma il sesso costituisce il discrimine fra la qualità dei rapporti e dei sentimenti, gli amici non "consumano", gli innamorati sì. Il sesso è l'ingrediente che altera in modo irreversibile i rapporti. Due amici che fanno sesso e che in più hanno una loro normale vita di coppia, sono additabili al primo momento conveniente al pubblico ludibrio.
A pensarci bene, questo è un problema legato maggiormente al collocamento della femmina nella società, che non alla sfera dei rapporti interpersonali.. Già dal termine "matrimonio" (comprare una madre) si capisce come il fattore proprietà prenda possesso del normale incontro fra due persone. La femmina è proprietà del maschio che la ha comprata per assicurarsi la prosecuzione della sua specie, con tutto quello che ne consegue nella ordinaria quotidianità.
Appare in tutta evidenza come oggi questo schema sia antiquato e superato dai fatti, seppure ancora oggi la maggior parte dei rapporti sessuali vengono vissuti come atti di possesso, tanto da essere descritti in modo tale anche dalla medicina, dalla psicologia e dalla letteratura. Le femmine si danno e i maschi prendono. Non c'è che dire, un bel presupposto per la parità dei sessi millantata da tanti sedicenti rivoluzionari de noantri.
La "fedeltà" sessuale è diventata il parametro irrinunciabile di una società che si sta dissolvendo e che si attacca, arrancando, a criteri arcaici, secondo lo spirito del "si stava meglio quando si stava peggio", favorendo così un moto reazionario e arretrato dei rapporti fra le persone, su criteri falsi e bugiardi.
Non esistono più, dunque, dedizione, attenzione, sostegno, affetto, pazienza, quegli elementi, cioè, che rendevano le coppie noiosamente solide. Solo passione e morte, bruci la fiamma finchè ci sia combulente, dopo di che si spenga per tornare a bruciare altrove..
La più diffusa critica è che il rispetto del proprio partner è in antagonismo col celebrare incontri diversi. Vero, forse una visione maggiormente monastica della propria vita sessuale contribuirebbe a diminuire la percentuale di separazioni, ma è pur vero che gli incontri avvengono e che non per questo si debba ogni volta cominciare da zero.
Ma qui intervengono fattori nuovi, la donna vive spesso l'atto come donazione per amore, sentimento viatico di assoluzione a un atto che sarebbe altrimenti visto dai più come assimilabile al meretricio e quindi condannabile agli occhi della società tutta.
Il maschio è per orribile definizione "cacciatore", portatore di un organo esterno penetrante, che assolve la sua funzione quando la femmina renda disponibili gli accessi del proprio corpo. Il circolo vizioso è tutto qui,
L'atto sessuale è stato caricato di responsabilità che non aveva e non avrebbe dovuto avere, ma siamo fatti così, rendere complicate le cose semplici è una delle nostre attività preferite, oltre a quella di giudicare e pensare che le regole valgano solo per gli altri e non per noi, innescando così una spirale di insopportabile ipocrisia nella quale siamo immersi fino al collo.