domenica 27 ottobre 2013

Libertà

Seguivo il filo del pensiero e aggomitolavo diligentemente quello del percorso lasciato alle spalle. Avevo già numerose matasse nei cassetti della memoria, ma non avevo ancora deciso come utilizzarle. La cosa che mi avrebbe divertito di più sarebbe stata una di quelle coperte patchwork, che tanto andavano di moda nel periodo in cui il mio assetato cervellino vuoto ha incontrato il flower power.
Strano incontro, ero convinto che gli schemi che conoscevo fossero gli unici esistenti, e scoprire che non era così aveva turbato i mei sogni giovani....
Avevo dormito in riva a uno dei tanti laghetti che arredavano il parco, ed ero stato svegliato da lei. Si era infilata nel mio sacco a pelo, chiedendomi se fossi stato io a suonare le campane la notte precedente.... non avevo idea se fosse un'allusione, una cretinata o cosa, ma sembrava che cercasse veramente il misterioso suonatore di campane, quindi, fra le altre cose, le risposi che non ero io, almeno così credevo.
Una volta appurato che non ero io il campanaro notturno, sparì e non ci siamo più incontrati.
Dall'altro lato del laghetto due anziani "babbi dei fiori" (troppo in là con gli anni per esserne figli) giocavano a scacchi, accomodati su due tanto fatiscenti, quanto sontuose poltrone di pelle, incuranti di tutto quello che succedeva intorno, in particolare del volume sonoro provocato dalle grida dei giochi di una nidiata considerevole di loro cuccioli e loro aggregati.
La collettività era bene organizzata nell'improvvisare una società in perenne mutamento.
Mi ero nascosto all'ombra di me stesso, perchè non avevo ancora strumenti sufficienti per muovere anche un solo passo.... in pochissimo tempo l'unica realtà che conoscevo era stata affiancata da altre "verità", che mi portavano su un territorio di scelta che io, non essendo stato educato a tale opportunità, vedevo con un po' di timore.
È stato così che ho scoperto che le cose non le conosci, a meno che non le incontri, o (meglio) ci sia chi te le prospetta. Nel contempo, ho afferrato un concetto di base: solo pochi eletti sono disposti a rinunciare ai propri convincimenti, in presenza di una prospettiva terza che si possa considerare migliore dopo averla vagliata con la dovuta attenzione; i più restano rinchiusi nei propri recinti, a difendere ottusamente principi e valori che essi stessi per primi non sono stati in grado di capire e accettare, concentrati com'erano nel fruizione dei circenses offerti dal despota di turno.
Questa è l'amara realtà, la lbertà assoluta è un mito, ma esistono diverse modulazioni di questo mito che sono attuabili, bisogna scegliere quale. Quella collettiva, soddisfa esigenze molto aperte e ne chiude alcune  individualistiche; quella individuale, che non avrebbe controindicazioni di sorta, se fosse regolata da una vera attenzione ad alcuni aspetti della collettività, ma quest'ultimo aspetto è piuttosto complesso, tanto che si vive in un mondo che anela a rigorose leggi che limitino qualsiasi cosa, che valgano (ovviamente) per gli altri e non per noi..

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