lunedì 27 febbraio 2017

Impressioni di febbraio

Che Renzi sia un buon venditore lo abbiamo scoperto tutti, se possibile, per certi versi, anche più abile di Berlusconi, ma già il suo trono vacilla e i contendenti sono additiyyuta due, Di Battista e Di Maio.
Ma il sanguigno Dibba (come lo hanno ribattezzato i suoi estimatori) convince fino a un certo punto, nel senso che forse nemmeno lui crede fino in fondo alle mezze verità che si trova a dover snocciolare.
Altra classe è il Di Maio, che riesce a mentire e dire la verità con la stessa disinvoltura, non sappiamo, al momento, se riuscirà a superare il fortissimo Renzi, ma certo che in tre anni è diventato un contendente credibile, quando non pericoloso.
I record, si sa, sono fatti per essere battuti.


p.s. - Questa considerazione nasce dall'odierno proclama del vicepresidente della Camera, nel salotto della sua conterranea compiacente Myrta Merlino, in cui il nostro aspirante lider maximo si è lanciato in due affermazioni interessanti.

L'abolizione dei privilegi dei parlamentari potrebbe passare attraverso una Legge dello Stato a firma del PD Richetti, ma la sua considerazione è che se il PD vuole quella legge lo dimostri votandola, loro non la voteranno. Ergo, le Leggi o le facciamo noi che siamo i più bravi di tutti, o non le votiamo, con buona pace del merito delle cose. In compenso, quelli del PD e delle altre forze dovrebbe votare le proposte dei dipendenti della Casaleggio, per dimostrare di essere davvero interessati al cambiamento.

L'accordo per lo stadio della Roma è tale e quale a quello respinto dalla giunta Marino, perchè favorevole in modo eccessivo ai costruttori. Questo è evidente a chiunque abbia rapportato in modo laico i due progetti. Il tono canzonatorio con cui il Nostro afferma che è ben felice del risultato raggiunto c che è favorevole a quell'intesa, precisando che le critiche vengono da chi aveva messo la capitale in mano al malaffare, che valenza possono avere. Ahimè, tutti sappiamo che Marino ha fatto poche cose, perchè insadeguato al pari dell'attuale sindaco m5s, ma quelle che ha fatto sono buone e sappiamo che ha cercato di contrastare il malaffare, non a caso PD e M5S si sono dati tanto da fare per farlo saltare.

Ma il problema non è tanto il Vicepresidente della Camera che fa il mestiere suo, quanto di tutto quel popolo che pende dalle sue labbra, in totale mancanza di spirito critico. 


venerdì 24 febbraio 2017

La morte della morte

"Non serve colpirla nel cuore, perchè la morte mai non muore" così recitava il genovese Fabrizio De Andrè in una delle composizioni della prima parte della sua fortunata carriera. 
La convinzione era che la morte si presentasse all'improvviso, senza alcun genere di avvertimento, per portarsi via la vita del predestinato e  ridurlo così a semplice pupazzo inanimato.
Ma sarà vero che la morte non muore?
La morte della morte significa necessariamente supremazia della vita? esistono forse stadi intermedi?
Il fatto è che ne sappiamo poco. La morte è per noi un fatto luttuoso che interrompe quello che ci viene descritto come un dono che consiste nel poter essere in contrasto con l'armonia del cosmo, grazie alle 14 contrazioni diaframmatiche al minuto, che ci consentono di immettere aria e dare respiro all'attività vitale del nostro corpo.
Se partiamo dall'assunto che l'armonia col Tutto si ha solo dopo la morte, ne possiamo dedure che il Tutto è la morte e non Vita come ci è stato insegnato per secoli.
Quindi la morte è il Tutto, la pianificazione del Tutto e la fine del contrasto atavico fra vita e morte.
La sconfitta della morte, avviene, quindi, attraverso le opere che si lasciano su questa terra, acché l'oblio non ci travolga qualche mese dopo la nostra dipartita.
La domanda è: possono le opere dell'Uomo sconfiggere la morte?
La risposta impulsiva ci porterebbe a rispondere positivamente alla domanda, in realtà se guardiamo nel profondo, molte opere rimaste a noi nel corso dei secoli, sono state prodotte da qualcuno il cui nome viene memorizzato attraverso la sua opera, ma non certo la persona.
Di Michelangelo sappiamo poco, se non quei pochi tratti del carattere legati alla sua arte e questo deve bastarci e ci basta. Ma sarebbe bastato a lui? probabilmente no, la vanagloria che troppi si portano dentro non è elemento sufficiente a sconfiggere la morte.
Resta quindi da chiedersi cosa la può uccidere.
È un interrogativo senza risposta, ma è possibile che in un universo polidimensionale, la morte non sia che un elemento di passaggio fra mondi diversi, che viene uccisa ogni qual volta si ricreino i presupposti per un contrasto col Tutto della dimensione alla quale si faccia riferimento.


mercoledì 22 febbraio 2017

Sarò il sindaco di tutti

Così disse il primo cittadino, finché non si schierò al fianco della corporazione dei taxisti, a cui riconobbe il merito di avere bloccato la città per sei giorni, creando disagi a profusione ai cittadini meno importanti.

Il centro del mondo

Alla fine è proprio così; "ognuno vive dentro ai suoi egoismi, vestiti di sofismi e ognuno costruisce il suo sistema di piccoli rancori irrazionali, di cosmi personali"
Citare Guccini fa tanto cultura popolare, quello che ci vuole in tempi come questi, tempi in cui il popolo scende nelle piazze, si abbandona al pressapochismo e minaccia fisicamente i centri del nemico, reo di avere opinioni diverse dalle sue.
Questi sono i tempi, queste sono le situazioni e questo facciamo quotidianamente per sentirci meno inutili e meno insignificanti di fronte a una vita che ci schiaccia.
Ognuno è il centro del suo mondo, del quale, però, non è il Demiurgo e, quindi, non può decidere delle posizioni dei pianeti e degli astri. Ognuno può decidere solo per sé e rassegnarsi alla "busca", solo il caso darà le carte, che potranno essere buone o meno, ma quelle saranno e ce le dovremo far piacere.
Il resto è divertimento, ma meglio sarebbe che fosse noia.

lunedì 20 febbraio 2017

Le fusioni

Le grandi nazioni, i grandi partiti, le grandi organizzazioni nascono quando i popoli decidono di unirsi con uno scopo e un obiettivo comune; quando, di contro, lo decidono i vertici difficilmente si ottiene un risultato positivo e, soprattutto, duraturo.

domenica 19 febbraio 2017

Il cretino

Tanto per chiarire subito da che parte sto, devo raccontare una favola, una storia di pura invenzione che narra di un uomo vilipeso da madre natura che gli donò grande quantità di furbizia e opportunismo, ma non fu altrettanto generosa per quanto attiene intelligenza e capacità di comprensione.... questa è la sua storia.

Un cretino calzato e vestito, non sapendo come impiegare il tempo e i soldi che aveva accumulato in modo non sempre legale, cominciò a sostenere che, nell'elaborazione di un'idea di società, i concetti di destra e sinistra erano da considerare superati, vecchi, cotti e stracotti e che occorreva, quindi andare oltre, già andare oltre.
 Ma andare dove? Quale modello, sogno, visione di società futura il cretino aveva nella sua mente, ammesso che  in mente ne avesse uno?
Questo era il vero problema, andare purché fosse, andare dove andavano le masse, che sono ondivaghe per definizione, improvvisare una qualsivoglia parvenza di società purchè fosse, invece di guidare un popolo verso un progetto condiviso dai più.
E i sogni hanno una loro precisa collocazione, sono per definizione ipotesi da realizzare, con la calma e la determinazione necessarie, ma hanno un posto nell'arco delle idee e posso fare riferimento ai due grandi temi della Rivoluzione Francese: Libertà e Ugualianza, rispettivamente da sempre linee guida della destra il primo, della sinistra il secondo.
Quale modello avrebbe seguito il cretino?
Qui nasce il problema, lui e tutti quelli che lo stavano ad ascoltare, quasi fosse un novello Messia, non sapevano neppure cosa fosse la Rivoluzione Francese, o pensavano, sbagliando, che fosse una cosa lontana, da vecchi, che non aveva alcuna attinenza con il mondo d'oggi.
Il cretino aveva fatto dell'ignoranza un valore e dell'approssimazione un merito e questo lo aveva reso molto popolare, al punto che tutti quelli che avrebbero dovuto trovare idee e soluzioni per la società, cominciarono una corsa di appiattimento sulle posizioni demenziali del cretino, per cercare di trarne tutto il vantaggio possibile.
Fu un pessimo periodo per tutti, perchè il confronto fu devastante, il cretino, sul suo terreno, era molto più forte di tutti quelli che cercavano, invano, di contrastarlo.
Le cronache del tempo non ci dicono come la storia finì, anche perchè, trattandosi di storia di fantasia, non trova confini da nessuna parte.


venerdì 17 febbraio 2017

Ci risiamo

L'orda dei privilegiati, appartenenti a categorie (corporazioni, direi meglio) non perdono occasioni per scagliarsi contro qualsiasi intervento atto a togliere i privilegi di cui, indegnamente, usufruiscono da decenni.
Questo è, ci sono Corporazioni che non vogliono in alcun modo cedere il loro potere ingiustificato.
Ne abbiamo visti tanti, nel corso della vita, i macchinisti dei treni, capaci di ricattare il Paese per anni interi, i piloti di linea dall'infinita arroganza, unitamente al personale di volo, le Società monopoliste di vario genere che hanno strrenuamente lottato contro qualsiasi genere di liberalizzazione e quando questa è divenuta inevitabile, sono passate al contrattacco, cercando di fare cartello. Abbiamo visto tutti com'è finita.
Finià anche questa, finiranno i privilegi delle Corporazioni, quelli stessi che si meravigliano dei privilegi di altri che non appartengano alla loro setta.
Per intanto i taxisti assediano il palazzo del Governo, reo di avere messo in pericolo le loro prebende.
Succedeva così anche ai tempi della Buonanima.

La responsabilità.

La responsabilità è merce pericolosa per noi italici.
La responsabilità potrebbe arrivare a impedirci di attribuire ad altri colpe nostre.
La responsabilità potrebbe indurre molti a pensare che non è sempre lo Stato che deve pensare a noi.
La responsabilità si porta dietro una pericolosa carica di consapevolezza individuale.
La responsabilità renderebbe stupido e inutile ogni genere di proibizionismo e controllo.
La responsabilità è destabilizzante, è materia prima per i terroristi.


 p.s. Sviluppare il senso di responsabilità sarebbe l'unica strada per acquisire la libertà e uscire da una logica demenziale per cui le castagne dal fuoco le deve sempre togliere qualcun altro, ma è molto meglio lasciar perdere, la libertà è uno stato estremamente pericoloso.

venerdì 10 febbraio 2017

Il suicida

Lo so, non è colpa vostra, è colpa mia, anzi no, cazzarola, non è colpa mia, è colpa vostra.
Insomma non so di chi è la colpa, ma il disagio crescente è un dato di fatto.
Si poteva cambiare questo Paese?
Chi lo sa..... forse sì, ma avrebbe necessitato del coraggio di prendere le armi e misurarsi contro quelli che volevano mantenere lo status quo. 
E alcuni le armi le hanno prese, pochi, a dire il vero, ma le hanno prese... forse sarebbe andato tutto meglio se avessero avuto chiari obiettivi da colpire per creare il giusto consenso e non una schizofrenia da grilletto, attestata su un massimalismo da operetta.
Ovviamente, nulla sarebbe stato certo, perchè le armi le hanno prese anche gli altri e quelli sono molto più bravi. Gli altri hanno manovrato informazione, politica; hanno mosso uomini per creare le giuste infiltrazioni, ognuno ha fatto la sua parte e i migliori hanno vinto.
Gli schieramenti erano forti, ma solo uno dei due sapeva bene cosa andava fatto, l'altro, quello che dicevano che avesse dietro la fantastica organizzazione degli sgarrupati servizi segreti dell'est europeo, quelli che avevano la potenza sgonfia dei soviet che li spingeva, quelli hanno fatto la figura dell'Armata Brancaleone e già il paragone mi pare lusinghiero.
E siamo arrivati a questa società, questo bel risultato che tutti volevano cambiare, almeno a chiacchiere, ma che nessuno ha cambiato, volenti o meno. Troppi sono comodi in questo status di cose e cambiare vuol dire cambiare testa e ordine di responsabilità, ordine di fattori e priorità sociali e individuali, troppi stavano e stanno comodi in questo status.
D'altronde sappiao bene che questa società genera povertà, da quella dell'immediato dopoguerra, a quella più evoluta del capitalismo avanzato; questa società genera ladri che si arricchiscono alle spalle dei peones di turno e non parlo dei politici, che sono solo la logica conseguenza del popolo che li esprime.
E poi arriva quello che si ammazza perchè la società non lo accoglie, non lo sostiene, non gli offre una prospettiva di vita decente. E allora si ammazza, alimentato da un clima di merda che a sua volta il festio malsano contribuisce, suo malgrado, a perpetuare.
D'altronde, che altro poteva fare? Per giustificare un gesto così netto e radicale non aveva altra scelta che fare una disamina feroce di quello che la nostra società è diventata. Ma davvero la colpa di un atto terribile contro sé stessi può essere ascrivibile alla responsabilità di un popolo? Davvero ne siamo convinti?
Quello stesso popolo che ha perso la propria identità, lentamente, ma inesorabilmente, già dai lontani tempi del cosiddetto riflusso, gli anni che hanno avviato il prosecco, il bellini, la nouvelle cousine, la finanza creativa e le movide, portando con sè un embrione di vuoto che, una volta inoculato, è lentamente cresciuto, fino a diventare il fattore dominante della società, il suo maggiore caratterizzatore.. 
Aggiungiamo una scuola svuotata di contenuti, impoveriti perché i soldi a essa destinati, trovavano altre strade di investimento, in nome di una "libertà" di scelta, inventata al solo scopo di ingrassare la Chiesa, maggiore titolare dello studio "privato" e importante controllore del consenso popolare, attraverso la sua capillare organizzazione di presidio del territorio.
E quale potrebbe essere l'esito di un'educazione svuotata di contenuti, se non generazioni di beoti che si guardano intorno senza capire che il mondo è quello che facciamo ogni giorno e che occorre organizzarsi, tutti insieme, o almeno in molti, perchè da soli si va poco lontano.
Si è perso tutto, gli unici punti di aggregazione dei ragazzi sono rimasti gli scout e le associazioni sportive, cosa ci potevamo aspettare?
Non esistono più i partiti, le fucine delle idee alternative, esiste solo un grosso e grasso pastone dominante che alimenta un sistema uguale a sé stesso. Le due parti contrapposte della commedia che fanno le stesse cose e il conseguente flusso di rivolta canalizzato in ambiti istituzionali dai nuovi servi del potere, travestiti da alternativa.
Come si può non vedere quello che in pochi decenni la reazione liberale e liberista è riuscita a fare? Come si può non vedere il recupero dei territori che erano stati occupati dalle lotte sociali e dalle conquiste che ne erano conseguite, in nome di una società più equa e più vivibile per tutti? Come si può pensare che questa forza lasci il campo , ora che è riuscita a riconquistare il controllo dell'impero, a concessioni di varia natura, che redistribuiscano la ricchezza, di cui tanto faticosamente sono rientrati in possesso?
Certo, abbiamo passato momenti comodi, ma avremmo dovuto accorgerci che si stavano preparando tempi bui, sin da quando il terrificante governo Craxi, all'inizio del riflusso ci tolse la scala mobile, cioé quello strumento che adeguava le paghe dei lavoratori alla svalutazione della moneta (se preferite possiamo dire inflazione); avremmo dovuto accorgecene quando vagheggiava di creare una nuova valuta, la lira pesante ed eliminare, così, le monete di poco valore; avremmo dovuto accorgecene quando regalo le frequenze di tutti agli imprenditori amici suoi, gratis, senza far spendere loro un centesimo per la concessione.
Non ce ne siamo accorti, uscivamo da un trentennio di violenze e lotte, partite con le lotte operarie degli anni 50, continuate con la contestazione degli anni 60 e con la lotta armata degli anni 70. Volevamo un po' di tregua, abbiamo erroneamente pensato che le conquiste sarebbero rimaste tali......
Ecco cosa succede e cosa è successo, un gesto estremo è la sconfitta della società? Non saprei, di certo è la sconfitta del singolo e di tutti quei singoli che, come lui non hanno saputo creare concentrazioni di pensiero politico, fucine di idee; è il trionfo dell'incapacità di generazioni che si stanno succedendo a vedere il soggetto politico della vita collettiva. Analfabeti del pensiero che si affidano a profeti dell'onestà, non comprendendo che questa rappresenta il prerequisito per occuparsi del bene collettivo.
Forse aveva ragione Gaber quando affermava che la "mia generazione ha perso", il fatto è che non ha perso solo la sua di generazione, che è anche la mia, ma anche quelle successive.


martedì 7 febbraio 2017

Linciaggio panacea di tutti i mali.

Il senso di Giustizia sta andando a farsi benedire.
Un marito addolorato per la morte della giovane moglie incinta, non riesce a elaboarare il lutto e ammazza il ragazzo che l'aveva investita. Cori da stadio ai limiti dell'indecenza, hanno subito invaso il WEB acclamando l'eroico gesto del giustiziere fai da te.
Una Farmacia di un pasesino toscano, ha filmato un avventore che ha rubato il telefonino della dottoressa e gli ha anche rifilato 50,00 euro falsi. Fin qui nulla di male, si mette il film a disposizione dell'Autorità di Polizia e si denuncia il fatto..... troppo facile, il video finisce sul WEB con i cori da stadio che incitano al linciaggio.
Potremmo andare avanti, la sovraesposizione ai media, fa sì che la nostra vita privata non esista più, e fin lì, si può anche accettare che, in nome di un maggiore livello di sicurezza, si cedano pezzi della nostra libertà, ma davvero vogliamp arrivare al punto di sostituirci alla Giustizia e a chi esercita l'attività investigativa?
Davvero vogliamo un Far West in cui il più veloce con la pistola diventa l'eroe di turno e in cui le bande più grosse impongono il loro verbo ai più deboli? Siamo sicuri che ci piaccia questo modello di società?
Io sarò antiquato, ma trovo una difficoltà infinita a chiamare una cosa del genere società "civile".

Il livello del dibattito.

Dice il mio amico Paolo che il sarcasmo è la rovina di tutto, perchè si limita a demolire, senza che nulla di nuovo sia edificato. Come dargli torto? Forse si può, perchè quello che distrugge, non è il sarcasmo, per quanto anch'esso dia il suo bel contributo, ma il dileggio, l'apostrofare con atteggiamento canzonatorio chiunque manifesti idee non conformi alla curva di appartenenza.
Siamo nel mondo dello scambio veloce di informazioni e questo ha portato cn sè un grosso equivoco e cioè l'illusione dei più di poter aprire bocca su qualunque cosa, specie se non si conosce e non se ne capisce il significato. Non c'è niente di più sfidante del cimentarsi in un dibattito su materie del tutto ignote.
La politica della seconda repubblica ci ha insegnato che dove occorra nascondere il vuoto totale di idee e conoscenza, di debba utilizzare l'arma del dileggio per ridicolizzare chi la pensa in modo diverso ed ecco che venti e passa anni di vuoto di pensiero, portano all'attuale livello di dibattito.
Le curve si affrontano sui social network a suon di vuoti slogan e false informazioni ripetute un numero talmente alto di volte, da assumente dei contorni di verosimiglianza.
Va da sé che un dibattito condotto su canali fittizi e non praticabili, porta con sé ingiustificati atteggiamenti fideistici, la cui utilità rasenta lo zero, se non nell'economia del burattinaio di turno, che quelle corde muove.

venerdì 3 febbraio 2017

La liberazione della Virginia

Povera Raggi, cinta d'assedio sin dal giorno del suo insediamento, rea di scelte lente e poco felici e vittima del suo stesso immobilismo.
"Lasciatela lavorare" dicono i suoi sostenitori e, forse, hanno ragione, ma diciamo che il suo operato non aiuta a chiudere gli occhi e attendere che passino questi anni di mandato.
È probabile che faccia le spese del pressapochismo di tutta una società, ormai in avanzato stato di decomposizione, senza più valori sociali.
D'altronde di che vogliamo accusarla? Lei è colpevole, come lo è il suo popolo, ma non solo il suo popolo, di aver creduto che una categoria morale fosse requisito unico e sufficiente a ben governare la Cosa Pubblica. 
Abbiamo udito fino alla nausea il grido "onestà. onestà" ben sapendo che l'obiettivo era quello di ritornare all'assennatezza del "buon padre di famiglia", ma il grido e l'enunciato, da soli, non bastano, in altri Paesi ci sono le scuole che preparano la classe dirigente della Pubblica Amministrazione, da noi tutto viene lasciato al caso, basta che si sia onesti......ma per favore.
L'onestà rientra nei pre-requisiti di chi si occupa della Cosa Pubblica, chi contravviene in galera senza passare dal via, come al Monopoli.
L'illusione fatua che tutti possano fare tutto e che, comunque, saranno sempre meglio degli altri (esperti e ladri), è dura a morire. 
È una convinzione che si è diffusa capillarmente per l'ignavia e l'arroganza di una classe politica indecente, lontana anni luce dalla vita reale; aggiungiamoci la mancanza totale di una nuova classe dirigente, uccisa sul nascere dai vecchi baroni che da almeno trent'anni dominano la scena e il gioco è fatto. 
È un bel casino (mi si passi il francesismo)

Percussionista

Non è mai abbastanza, in questi giorni non è mai abbastanza, ma anche negli altri giorni, forse non è mai abbastanza da sempre, per quanto, con coscienza e disciplina, stiamo continuando a battere il tempo, almeno fin quando non sarà lui a battere noi. 
Il tempo è un eccellente percussionista.

mercoledì 1 febbraio 2017

Il magma

La situazione è in divenire, molto simile per certi aspetti al periodo 92/93, in cui i partiti della prima Repubblica non tornarono più e al loro posto si insediarono nuovi soggetti che ribaltarono in modo radicale i concetti di destra e sinistra, così com'erano stati concepiti fino a quel momento, dando vita a una situazione molto liquida, da cui presero forma un numero imprecisato di formazioni politiche, alcune delle queli restisto tuttora, per quanto mostrino un avanzato stato di decomposizione, che non garantisce la loro esistenza in un futuro molto prossimo.
Non lo affermiamo noi, è il punto di vista del professor Aldo Giannuli, storico di indubbia fama, spesso avvicinato dai giornalisti televisivi in quanto profondo conoscitore del mondo a cinque stelle.
Dobbiamo dire che, pur non condividendo le simpatie politiche (o presunte tali) del professore, ci piace molto il franco punto di vista del Giannuli, anche perchè quanto afferma è comprovato dai fatti che sono sotto gli occhi di tutti, la crisi dei valori sociali e politici non può essere in alcun modo messa in dubbio, è un dato.
Quello che ci preoccupa è la lettura che come popolo stiamo dando a questa situazione, come se bastassero quattro signori e signore "nessuno", purché portatori di unimprimatur dell'onestà, stabilito in modo unilaterale da un altro signor nessuno, per risolvere il problema.
Quello che si è potuto finora osservare è che non esiste una componente politiche che non sia scalabile dal Potere, quello con la P maiuscola, quello che decide dove vanno i soldi e che decide cosa si può e non si può fare e quasi mai queste decisioni sono a vantaggio del "popolo".
Lo abbiamo già vissuto col Partito Nazionale Fascista, lo abbiamo seguito nelle gesta all'interno della Democrazia Cristiana, ne abbiamo ammirato la capacità programmatica col partito Socialista e col trasformismo del Partito Comunista, che ha dovuto vendere l'anima al diavolo per poter raggiungere qualche leva di potere. 
Sentiamo come una cantilena che l'erede delle tradizioni comunista e democristiana, il Partito Democratico, ha centinaia di indagati e diversi condannati, sarebbe preoccupante il contrario, dato il Paese e il popolo che siamo. 
Resta il fatto che è falsa l'affermazione "sono tutti ladri", non lo sono. Rapportato al potere che gestisce, il livello di corruzione è quello di sempre, ma è probabile che nelle stanze che hanno accesso al portafoglio, arrivino spesso persone investite di compiti precisi e non sempre legali.
Il Potere offre il bastone del comando a chi può controllare e impartire le direttive per il dirottamento dei soldi pubblici. I dati dimostrano che anche i Cinque Stelle sono, come gli altri, a rischio contaminazione, poca in verità, poichè poca è, al momento la forza e il potere che viene da essi gestito, resta inevitabile il rischio disintegrazione nel caso che non pieghi la testa, secondo la bisogna. Ma la trasformazione radicale e continua dalla nascita del movimento alle ultime posizioni, lascia ben sperare. Le bugie raccontate in modo credibile, sono entrate a far parte del loro mondo, come sono parte integrante di quello di tutte le altre formazioni politiche. Tutto questo va sotto la veste affascinante della "narrazione", a cui nessuno si sottrae.
Potremmo concludere che il magma ribolle, esattamente come venticinque anni fa, dovrà per forza venire fuori qualcosa, e sarà un qualcosa di funzionale al Potere, anche se la cosa non ci piace e ci fa rabbrividire.
Venticinque anni fa il Potere generò Berlusconi, portavoce di una destra neoliberista, sostenuta, non si sa con quali criteri dai fuoriusciti del Partito Socialista, ultomo baluardo contro i comunisti.
Il suo avversario, Romano Prodi, ex boiardo di Stato, democristiano di acclarata fama, fu fatto passare per un rivoluzionario bolscevico, che mirava solo a prendere il potere per istituire un regime totalitario.
Solo nelle menti malate di un popolo sotto acido lisergico avrebbe potuto prendere forma un quadro di questa natura. Ma questi furono i frutti del magma creativo di quegli anni.
Chissà cosa mai potrà generare oggi.