Riportiamo integralmente questa considerazione dell'on. Manlio Di Stefano, parlamentare italiano, sulla vicenda che ha coinvolto il cittadino tunisino Amri Anis, autore di una strage per fini religiosi, in un mercatino natalizio a Berlino, freddato in Italia qualche giorno dopo, da due agenta della Polizia di Stato.
Il fatto che l'onorevole Di Stefano sia un membro ai massimi livelli della classe dirigente di questo nostro povero Paese, può aiutarci a capire meglio come mai siamo arrivati a questo punto nella nostra vita collettiva.
A scanso di equivoci, ai fini di fermare subito eventuali accuse di voler gettare discredito su una qualsivoglia forza politica, la fonte è il profilo Facebook dell'onorevole Di Stefano, copiato e incollato integralmente, senza alcuna omissione e/o rettifica.
"ATTENTATI E COLPE DELLA POLITICA
Anis Amri, il terrorista di Berlino, è stato ucciso questa notte a Sesto San Giovanni. Degli ultimi 6 anni ne aveva passati 4 in Italia tra il riformatorio di Catania e il carcere Ucciardone di Palermo per atti di violenza e, nonostante fosse sotto "monitoraggio per atteggiamenti radicali anticristiani", è stato scarcerato nel maggio del 2015 per essere espulso. Inviato al Centro di Identificazione ed Espulsione di Caltanissetta le procedure si bloccarono per la mancata cooperazione della Tunisia che non riconobbe la nazionalità (per non prendersi indietro un delinquente...). Così la Procura di Caltanissetta fu costretta a rilasciarlo intimandogli di lasciare il Paese e lui, ovviamente, lo lasciò sì, ma non per tornare in Tunisia ma per andare in Germania, fare un attentato a Berlino e tornare senza problemi in Lombardia dove è stato ucciso stanotte.
Ora, in un caso così, le chiacchiere stanno a zero, non parliamo di un insospettabile, non parliamo di un rifugiato, non parliamo di uno dei tantissimi immigrati per bene che pagano le tasse e si spaccano la schiena tra di noi, parliamo di un clandestino che andava espulso verso uno dei pochissimi paesi con i quali l'Italia ha già un accordo per i rimpatri e che, invece, ha fatto i suoi porci comodi.
Perché, quindi, il rimpatrio non è avvenuto?
Perché Anis Amri non è stato caricato su un volo diretto a Tunisi e lì messo sotto sorveglianza?
Semplice, perché al Governo abbiamo dei poco di buono che non sanno farsi rispettare.
Ricordate quando ci dissero che l'Italia aveva fatto bene a liberalizzare l'importazione di olio tunisino? Avremmo rovinato l'economia pugliese ma avremmo sostenuto il Governo di Tunisi nella lotta al terrorismo e nella stabilità della regione garantendogli entrate economiche cospicue, ci dissero.
Uno quindi si aspetterebbe un Governo tunisino sull'attenti ogni volta che il Governo italiano lo chiama, ed invece porte in faccia.
Bella collaborazione abbiamo ottenuto in cambio, davvero complimenti, ci pisciano in testa e dicono che piove.
Il nostro Paese sta fallendo, da tutti i punti di vista, e questo avviene perché l'abbiamo affidato a incapaci, incompetenti e fannulloni buoni solo a parlare delle "classi dirigenti" altrui quando al loro interno la selezione l'hanno fatta tra gli scarti della società.
Questa gente va mandata a casa prima che sia troppo tardi, la polizia, che ringrazio, non potrà tenerci al sicuro in eterno senza una buona sponda politica."
Anis Amri, il terrorista di Berlino, è stato ucciso questa notte a Sesto San Giovanni. Degli ultimi 6 anni ne aveva passati 4 in Italia tra il riformatorio di Catania e il carcere Ucciardone di Palermo per atti di violenza e, nonostante fosse sotto "monitoraggio per atteggiamenti radicali anticristiani", è stato scarcerato nel maggio del 2015 per essere espulso. Inviato al Centro di Identificazione ed Espulsione di Caltanissetta le procedure si bloccarono per la mancata cooperazione della Tunisia che non riconobbe la nazionalità (per non prendersi indietro un delinquente...). Così la Procura di Caltanissetta fu costretta a rilasciarlo intimandogli di lasciare il Paese e lui, ovviamente, lo lasciò sì, ma non per tornare in Tunisia ma per andare in Germania, fare un attentato a Berlino e tornare senza problemi in Lombardia dove è stato ucciso stanotte.
Ora, in un caso così, le chiacchiere stanno a zero, non parliamo di un insospettabile, non parliamo di un rifugiato, non parliamo di uno dei tantissimi immigrati per bene che pagano le tasse e si spaccano la schiena tra di noi, parliamo di un clandestino che andava espulso verso uno dei pochissimi paesi con i quali l'Italia ha già un accordo per i rimpatri e che, invece, ha fatto i suoi porci comodi.
Perché, quindi, il rimpatrio non è avvenuto?
Perché Anis Amri non è stato caricato su un volo diretto a Tunisi e lì messo sotto sorveglianza?
Semplice, perché al Governo abbiamo dei poco di buono che non sanno farsi rispettare.
Ricordate quando ci dissero che l'Italia aveva fatto bene a liberalizzare l'importazione di olio tunisino? Avremmo rovinato l'economia pugliese ma avremmo sostenuto il Governo di Tunisi nella lotta al terrorismo e nella stabilità della regione garantendogli entrate economiche cospicue, ci dissero.
Uno quindi si aspetterebbe un Governo tunisino sull'attenti ogni volta che il Governo italiano lo chiama, ed invece porte in faccia.
Bella collaborazione abbiamo ottenuto in cambio, davvero complimenti, ci pisciano in testa e dicono che piove.
Il nostro Paese sta fallendo, da tutti i punti di vista, e questo avviene perché l'abbiamo affidato a incapaci, incompetenti e fannulloni buoni solo a parlare delle "classi dirigenti" altrui quando al loro interno la selezione l'hanno fatta tra gli scarti della società.
Questa gente va mandata a casa prima che sia troppo tardi, la polizia, che ringrazio, non potrà tenerci al sicuro in eterno senza una buona sponda politica."
Una chiave di lettura singolare e semplicistica, come non ci si aspetterebbe da un rappresentante delle Istituzioni dello Stato, ma tant'è. Questo è un esempio del livello medio dei nostri dirigenti politici e fatta qualche rarissima eccezione, è inutile che ci affanniamo, sono tutti uguali, questo è il segno dei tempi.