sabato 8 ottobre 2016

Si può vivere sui social?

Non ho letto Eco nel suo scritto in cui afferma che internet ha dato voce a legioni di imbecilli, ma penso che sia difficile porsi in antagonismo con questa affermazione.
La realtà è che in rete, per tutta una serie di motivi, ciascuno si sente depositario della verità rivelata e fin qui nulla di male, solo una umana esternazione della vanagloria che ci contraddistingue come esseri viventi; ma quel che è più grave e che ciascuno si senta autorizzato a divulgarla e difenderla strenuamente con ogni mezzo, non escludendo l'insulto quale tattica prediletta per l'annientamento del nemico.
In sintesi, i social network riescono a valorizzare il peggio che c'è in ognuno di noi, dando vita a un serraglio che alla lunga diventa difficilmente sopportabile.
Gli argomenti sono i più disparati, dalla cucina alla politica, allo sport, al costume. Fatto sta che ogni cosa diventa divisiva e conduce a demonizzazioni nel più idiota dei modi.
Oggi ho cancellato il mio account Facebook, l'impatto con l'insulto su qualsiasi cosa lo trovo oltremodo doloroso e inconcepibile. 
Mi verrebbe da dire a tutti questi esaltati da stadio "vieni a dirmelo in faccia, poi ti do io qualcosa in faccia". 
Appare nella sua più sconcertante evidenza che tale atteggiamento solleverebbe fiumi di sdegno da parte degli estimatori tout court del rifiuto della violenza.
Posso essere d'accordo con costoro?
È evidente che non posso. La parola è un oggetto sacro e va usato con molta attenzione e discernimento, le parole in libertà rischiano diesacerbare gli animi, quando poi ai concetti stupidi si accompagnano insulti gratuiti, be', allora l'unica cosa da contrapporre è un po' di sana e dolorosa (per chi la riceve) violenza, in modo che l'imbecille di turno si renda conto che il pensiero di un essere adulto differisce in modo considerevole dai pensierini che la maestra ci faceva comporre nel primo ciclo di studi.
Tutto ciò porge il fianco a una critica automatica: chi sei tu per ergerti sopra gli altri e stabilire cosa sia bene e cosa sia male?
È vero non sono nessuno, sono semplicemente una persona che si sforza di ragionare con la propria testa e, a volte, ci riesce ai limiti della sufficienza minima. Ma posso difendere il mio diritto a non essere insultato perchè la penso diversamente da qualcun altro e stabilire che non voglio tollerare che il dileggio e la denigrazione siano divenute l'unica arma dialettica che i più usano per argomentare le proprie sterili tesi.
Allo stesso modo, mi arrogo il diritto di richiedere un'ordalia a coloro che giudicherò cretini oltre il limite consentito dall'umana sopportazione. Sarà il giudizio di Dio a stabilire il torto e la ragione.

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