domenica 12 marzo 2017

La difesa legittima

Ed è così che il ladro è morto, il proprietario dell'osteria, con annessa tabaccheria, è sceso armato di fucile e accompagnato dal figlio, pare che sia partito un colpo mentre l'oste cadeva, dopo una colluttazione, sta di fatto che il delinquente, colpito alla schiena, è morto.
C'è subito la folta schiera dei pensatori mononeuronali che inneggia al prode difensore dei suoi beni, contro l'infame tentativo di sottrazione.
I più cauti si lanciano in un "se fosse andato a lavorare, invece che a rubare, sarebbe ancora vivo......forse, diremmo, dato il forte numero di incidenti mortali sul lavoro, ben 562 nel 2016, in calo rispetto all'all'anno precedente, ma pur sempre 80 vittime al mese. Comunque sia, di certo se non fosse andato a rubare in una zona dove l'ammazzamento del delinquente viene visto come unica pena equa, probabilmente non avrebbe incontrato proiettili sulla sua direzione.
Il leader della Lega Nord, si è subito dichiarato a sostegno dell'esercente, contro i perfidi lestofanti. Il Far West, insomma, è già cominciato senza troppe cerimonie e il farsi giustizia da soli viene visto sempre con maggiore benevolenza, in sede di consensi.
La faccenda spinosa, sta proprio nelle parole "farsi giustizia da soli"; possiamo considerare giustizia uccidere un ladro? E che pena dovremmo comminare a un assassino, ucciderlo enne volte?
Il fatto è che ai più sfugge il concetto di legittima difesa, che, guarda caso, ha una doppia interpretazione, più estesa quando parlino le destre liberticide e pressochè inesistente, quando parlino le sinistre incapaci di garantire il concetto stesso di sicurezza sociale.
Come solevano esprimersi i Padri della Chiesa, "in medio stat virtus", il fatto è che la minaccia alla proprietà privata non può essere considerata una colpa da punire con la morte, sarebbe bene che i vari sobillatori di popoli se lo mettessero nella zucca.
Altro è l'aggressione nella propria casa che coinvolga, oltre a noi stessi, i nostri cari. In quel caso l'uso letale delle armi non può che essere tollerato e giustifficato in nome del pericolo imminente per il nucleo alla base della nostra società, la famiglia.
Ma confondere le persone care coi beni materiali, rischia di generare un polverone che potrebbe diventare difficilmente arrestabile.
Se mi rubano l'auto o la bicicletta e io mi trovo nei paraggi, sono autorizzato a uccidere il ladro? È da considerarsi un controbilanciamento equo fra offesa e difesa?
In periodi come questi si perdono di vista i valori assoluti, che non sono quelli su cui si fonda una società, ma la vita stessa. Purtroppo sembra che non tutti se ne rendano conto.

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