martedì 10 aprile 2012

Le pessime abitudini

Ci sono abitudini che è bene perdere. Una di queste è guardare i dibattiti televisivi mentre faccio colazione. Meglio sarebbe non guardarli affatto, ma aiutano a capire che razza di classe "dirigente" stiamo mantenendo.
La cosa preoccupante in sé non è l'assoluta imbecillità delle tesi sostenute dalle varie Santanchè, miracolate della politica sesso trota e baby doll, non sono neppure i miliardi di euro di soldi pubblici bruciati in tanti anni di corsa all'arricchimento e nemmeno la corsa al "loro sono peggio di noi"  che è diventato il tormentone di questi ultimi decenni di vita politica e sociale.
Un uso corretto della ragione, ci farebbe ammettere che le grandi parti politiche di questo Paese hanno ceduto il posto a formazioni cialtronesche e caricaturali di quello che è un normale confronto.
La maldestra destra è fritta con un'impanatura di furto e ridicolo che li rende acidi e incapaci di proporsi per un pranzo che non sia quello dove mangiano solo loro, come ai tempi d'oro facevano i prodi democristiano doc.
La disastrata sinistra viene affidata a macchiette che non sanno o non si sono accorti e continuano a inventare vagoni di scuse pur di non assumersi responsabilità decisionali. D'altronde l'atteggiamento è comprensibile, laddove abbiano assunto ruoli amministrativi, non hanno resitito alle sirene del malaffare e della corruzione e si sono adeguati al pessime abitudini degli avversari, che venivano aggravate dalla vantata superiorità morale.
La cosa grave è che le varie Mussolini, Di Girolamo, Finocchiaro e Bindi, stanno recitando il ruolo delle parti, al fine macabro di consegnare questo Paese a una bella dittatura, che ora è solo in fase preliminare, col caudillo Monti che è pacato, ma inflessibile come Mastro Titta.
La cosa in sé mi preoccuperebbe quasi nulla, se non fosse che fra le teste predestinate c'è anche la mia.

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