lunedì 9 aprile 2012

Ancora sulla breccia

Fu così che ci ritrovammo davanti al monumento ai caduti.
C'eravamo tutti, dal primo all'ultimo, non avrebbe potuto essere diversamente e sono certissimo che lo pensavamo tutti.
Eravamo sempre stati molto amici, noi quattro, un'amicizia che si era formata lentamente e che aveva vissuto di azoto liquido e carbonella, che si era nutrita di salsicce alla brace e vino del contadino, di miscela che variava dal 2 al 5 e, soprattutto, di sogni che sfuggivano agilmente dalle dita nodosamente ricurve nel tentativo di ghermirli, quasi fossero stati granelli di sabbia fra gli artigli di un falco.
Raffaele era sempre stato il più deciso, perennemente in bilico fra la scelta giusta e quelle sbagliate.
Per primo aveva intuito la soggettività delle ricette del vivere e aveva sostituito la teoria con la pratica, incamminandosi verso scelte che erroneamente considerai sbagliate, ma che erano semplicemente le sue.
Era una sorta di miracolo della natura, che riusciva a individuare la pagliuzza lunga nel mare di quelle corte, come se fosse la cosa più naturale del creato. Difficilmente si univa alle lunghe camminate che noi altri facevamo fra le nuvole. La sua gretta praticità lo aveva convinto che il cielo è per le ali e la terra per le suole.
Giulio nascondeva con malcelata esperienza il bagaglio di timidezza e sicurezza che la sua posizione di altoborghese agiato gli prospettava. Un poeta alla fine, un fuggitivo della realtà e dalla realtà, che si chiedeva spesso fino a quando avrebbe potuto arrampicarsi sul sesto grado di un pensiero, senza corre il rischio di cadere nella vita vera.
Un rifugiato nella fantasia che aveva chiesto inutilmente asilo politico, ottenendo solo sprazzi di esile speranza, che gli bastavano, evidentemente, per prolungare i tentativi di adattamento all'aria inquinata del vivere quotidiano.
Anche Luca si avventurava volentieri nel vuoto fatto di nulla con cui ci riempiavamo le tasche e troppe volte ci trovavamo a infierire sui sospiri che l'assenza di risposte portava dai nostri polmoni alle nostre labbra. 
Era il più taciturno, talvolta perchè non aveva niente da dire, altre volte perchè non sapeva come dire quello che avrebbe voluto in tempi ragionevoli, risolvendo spesso l'impasse con una smorfia del viso che trasformava un ghigno in sorriso.
Molte volte avevamo passato intere nottate a inseguire un filo inesistente nei labirinti dei nostri pensieri, con l'unica rassicurante certezza che non avremmo incontrato alcun minotauro e col dubbio crescente che non avremmo incontrato neppure un'uscita.
C'ero io, infine, votato al sogno fin dalla tenera età, col mito dell'eroe che mi attraeva quasi fossi un pezzo di ferro in balia di una calamita. Il sogno era la linfa, la bibita con cui accompagnavo la pizza e che mi permetteva contemporaneamente di non strozzarmi e di digerirla.
Il sogno mi accompagnava nella teoria di un mondo pratico che mi rendeva disadattato e che mi portava sulle panchine del parco a montare divagazioni che disegnavano le cose in modo nettamente diverso da come erano, quei disegni fatti di penseri e considerazioni che il martello del tempo avrebbe preso a modello per forgiarle nel modo più consono al mio sentire, ma solo nella mia fantasiosa inconsistenza.
La realtà era che sull'incudine del tempo era il mioprogetto che veniva rimodellato in funzione della durissima realtà..
Eravamo quattro, con un importante carico di anni dietro le spalle e l'orizzonte sempre più vicino. Quell'orizzonte il cui movimento smentiva l'infondata teoria per cui la linea ottica resta sempre alla stessa distanza dal punto di osservazione dato.
Nel corso di millenni, la fisica non ha osservato con la dovuta attenzione quel fenomeno. Un occhio un po' più attento avrebbe permesso di verificare che la linea dell'orizzonte è suscettibile di variazioni inversamente proporzionali rispetto alla misurazione del tempo.....e mano a mano che la sabbia passa nella strozzatura della clessidra, la linea dell'orizzonte si avvicina inesorabilmente al punto di osservazione, fino al momento in cui questo viene inglobato e superato dall'orizzonte stesso, con tutto il suo contenuto di progetti e sogni.
 

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