mercoledì 4 aprile 2012

La tela

I colori erano lì, ne avevo comprati un quantitativo considerevole, dato che avevo deciso di mettermi a dipingere. Era stata una scelta non facile, sia mio padre che mia sorella avevano ricevuto il dono della mano dotata e il disegno sgorgava con estrema facilità e semplicità dalle matite tenute dalle loro dita. Mia sorella si era anche avventurata nelle tecniche pittoriche, con risultati istintivi, ma buoni. per essere una che aveva in avversione lo studio e qualsivoglia forma di impegno intellettivo.
Questa la molla, la ricerca della rivalsa per il torto che il dio creatore spesso commette, concedere doni superiori a chi non li apprezza e non li sfrutta per tutta la vita.
Forse per questo motivo ho studiato arte e forse per questo motivo oggi voglio la mia rivincita. 
La mia mano non è dotata, o lo è molto ma molto meno, ma conosco le tecniche e le modalità espressive che si sono sviluppate nelle arti visive attraverso i secoli. Conosco la storia di molti artisti e ho visto un numero infinito di loro opere e da ciascuna di esse ho appreso un piccolo contributo alla mia visione complessiva.
Ho imparato a guardare, vedere e quindi osservare. anche se sono pienamente consapevole che la conoscenza dei Grandi non significa che la lora capacità espressiva si trasferisca per osmosi. Quindi potrei essere un buon conoscitore, ma restare un pessimo imbrattatele, per di più tormentato dal continuo paragone coi maestri e dal disappunto per non avere avuto lo stesso dono naturale dei miei consaguinei.
Comunque, i colori ci sono e anche i pennelli, tanti, vari di forma e grossezza e materiale. C'è anche un cavalletto di uno splendido colore mogano, regolabile per le varie esigenze che si prospetteranno.
Manca la tela, l'ultimo brandello di scusa che mi separa dal cimento.

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