Dietro l'ultimo sasso che separa il letto del fiume dalla cascata, si nasconde il punto di non ritorno e tutto il suo bagaglio di esperienze e di misconosciute leggi della fisica, che non si stanca di ripetere alla nausea.
Non è stato semplice arrivare lì e prendere responsabilmente il proprio posto nel ruolo che la sorte gli aveva riservato, non lo sarebbe stato per nessuno, ma lui si è sentito più appagato degli altri, quasi che una predestinazione così precaria, destinata a un bilico eterno, per quanto momentaneo, fosse frutto di chissà quali meriti a lui ascrivibili.
Agli occhi di qualunque altro essere, la cui mente sia ottenebrata dai prosciutti delle agevolazioni che il benessere porta con sé, potrebbe sembrare cosa da poco, ma la verità sgradita è che nessuno che non abbia un po' di consapevolezza di sé, può ambire a posizionarsi dove non c'è altra scelta che la prosecuzione del moto rettilineo già in atto.
Quando ci si posizioni al cospetto del punto di non ritorno, si sa che anche le dissertazioni filosofiche devono necessariamente sottostare a tempistiche determinate dagli eventi e non ci sono ulteriori spazi di manovra, che ci consentano di rimandare ulteriormente, ciò che rimandabile non può essere.
E ora si trova proprio nella posizione esatta che il punto di non ritorno deve avere, come un Highlander che si appresti al cambio della guardia di fronte a Buckingham Palace, si trova lì determinato a fare fino in fondo il suo dovere.
Malgrado il susseguirsi degli incontri, nessuno di questi rientra in una casistica massificata, non è possibile, è contrario alla sua delicata sensibilità, anche se sa bene che nulla può fare per alterare il corso degli eventi. Conosce bene i suoi doveri e fare qualcosa di diverso dal riferimento che nient'altro può essere, è il suo compito principale.
Vivere nel paradosso che c'è un punto di non ritorno per tutti, salvo che per il punto di non ritorno medesimo. Vivere nella consapevole condanna che quello che per tutti è un attimo, per lui è l'eternità, con buona pace del tempo e delle sue convenzioni.
Nei momenti in cui non lavora, riflette e pensa e si convince che non potrà fare questa vita per sempre e che, come tutti, arriverà il momento in cui vorrà andare in pensione e godersi i frutti di anni e anni di abnegazione e sacrificio.
Spera che il Fato sia benevolo e conceda questo beneficio. Sarebbe dura non avere una simile prospettiva, perché qualsiasi altra soluzione, compreso il suicidio, non è percorribile.
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