Essere qualcuno è un'ovvietà. Tutti siamo qualcuno, ognuno di noi lo è.
Quindi, l'enunciato stabilisce uno stato di cose che non richiede approfondimenti.... o no?
Molti scambiano la vita per un'arena, in cui bisogna primeggiare per "diventare qualcuno".
Ma, allora, la realizzazione individuale passa attraverso il riconoscimento di terzi che determina, con metodologie diverse, se una presenza evanescente, che solo casualmente assolve a tutte le funzioni vitali, sia o meno diventata qualcuno, sia, cioé, identificabile come essere umano fra altri esseri umani (almeno fra quelli che contano).
I metri di misurazione di questo delicato e complesso passaggio sono diversi a seconda dei gruppi sociali che li utilizzano e, per facilitare i compiti di analisi sono state create delle scale "sociali" che anche da un punto di vista figurativo, permettono di visualizzare il progetto organizzativo del genere umano e stimolare ambizioni e frustrazioni in chi si trovi a confrontarsi con una qualsiasi di queste piramidi.
Il coperchio generato dalla fantasia, non copre nessuna delle pentole che il diavolo ha messo a disposizione dell'uomo e questo si perde in mille rivoli di sciocca e vuota ambizione, cercando di piacere a tutti, fuori che a sé stesso.