Al termine della conferenza stampa più difficile che un Presidente del Consiglio abbia mai dovuto sostenere nella storia repubblicana, ecco milioni di statisti da tastiera, aizzati da due sciacalli che lucrano sulle paure della gente, pronti a dirci cosa manca, come avrebbero gestito loro l’emergenza, perché non parla di questo, non una parola su quell’altro.
Ok, ricapitolando.
Vediamole tutte queste critiche. Mettiamole in fila.
“Riaprire tutto, ripartire, guadagnare, tornare a correre subito!”
Certo, perché Conte gode a tenere chiuse aziende e fabbriche, a ritardare le aperture, a tenere gli italiani in casa. Non lo fa mica perché i numeri sono ancora preoccupanti e rischiamo una nuova ondata di contagi e morti, con conseguenze devastanti non solo per la salute ma anche per l’economia. No, è sadico. E masochista insieme.
“Ma ci volevano 12 task force di scienziati e virologi per lasciare tutto così com’era? Ero capace anch’io.”
Sì, c’è voluto fino all’ultimo esperto dell’ultima task force per studiare fino all’ultimo rapporto causa-effetto / costi-benefici di ogni singola misura sia di apertura che di mantenimento. È a questo che servono gli esperti: valutare ogni singolo parametro di cui tu, davanti alla tua tastiera, puoi tranquillamente fregartene semplicemente perché hai deciso che non hai più voglia di stare a casa.
“La fase 1 è come la fase 2.”
No, incredibili cialtroni. Nel decreto ci sono 10 articoli, 120 commi, 57.000 battute di novità formali e sostanziali, se solo vi foste presi la briga di leggerlo. Rispetto a ieri, si potrà trovare i famigliari, fare sport, fare ristorazione d’asporto, riaprono i parchi, i funerali, manifattura, edilizia e commercio all’ingrosso. Chi si aspettava un ritorno alla normalità, o non ha ben chiari i numeri e i rischi o normale non lo è lui.
“Hanno ascoltato i medici, non il popolo”.
Già, funziona così. Il popolo vota i politici; i politici (che non sono tuttologi) si affidano agli esperti; e infine, dopo averli ascoltati, prendono decisioni politiche e se ne assumono la responsabilità davanti al popolo. Durante un’epidemia, tendenzialmente sì, si ascoltano i medici. Durante una guerra, i generali. Durante una crisi finanziaria, gli economisti. Se invece fai una diretta sulla base della pancia del popolo e delle chat whats app - come Salvini stesso si è vantato di fare - allora sei un populista. Che è una cosa diversa.
“Non ha parlato dei bambini.”
Vero. Ma il motivo è semplice: non c’era molto da dire. Le scuole ripartiranno (se tutto andrà bene) a settembre. E, nel frattempo, lo Stato sosterrà le famiglie con bonus figli e baby sitter. È tanto? È poco? È l’unica cosa che si può fare durante una pandemia. Non esiste nessuna possibilità di mettere le scuole in sicurezza. Fatevene una ragione.
“Se non moriamo di Covid, moriremo di fame.”
Ecco, questa è, in assoluto, la sciocchezza più grande che viene pronunciata da milioni di persone da un mese a questa parte. Perché prorogare un lockdown parziale fino a quando non ci sono le garanzie minime di sicurezza, non significa affatto solo difendere ciecamente la salute, ma anche salvaguardare l’economia, le imprese, le aziende. Che, in caso di un secondo picco, si ritroverebbero a chiudere per altri tre mesi, con la certezza - allora sì - di non riaprire mai più.
Tutto questo è comodo? No. È popolare? Nient’affatto. Porta voti? Neanche per sogno.
Ma è anche qualcosa di cui, in questa politica degli urli e degli slogan, c’eravamo drammaticamente dimenticati: è giusto. È complesso. È difficile. In una parola: è Politica.
Se ieri avesse detto agli italiani “Liberi tutti”, quest’uomo qui sopra oggi sarebbe un eroe nazionale, con punte di consenso del 90%.
Ma avrebbe perso il Paese che tanti sforzi e sacrifici ha fatto in questi due mesi.
Mancano tante risposte in questo decreto, non tutto è chiaro sulle strategie, durante la conferenza stampa non ci sono stati riferimenti ai test sierologici e a Immuni. Tutto vero. Tutto giusto.
Ma quello di cui oggi dobbiamo essere fieri e orgogliosi è di avere a guidarci qualcuno che ha avuto il coraggio - indicibile di questi tempi - di guardare al domani e non all’oggi.
Un giorno gli italiani lo ringrazieranno.
E ringraziamo ogni giorno anche che quei due sciacalletti lì sotto non governano neanche un condominio.
© Lorenzo Tosa
ex responsabile della comunicazione M5S
27 04 2020
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