Stavo lavorando con scalpellino e mazzuolo da circa 3 ore. In tutta la mia vita non avevo mai visto tante incrostazioni calcaree.... d'altronde la pulizia dei denti di Filippo era toccata a me.
Non sto a parlarti dell'aria acida che fuoriusciva dalla cavità orale, ma l'arcata dentale te la devo proprio raccontare, un paio di tonnellate di avorio disposte in modo non ordinatissimo, piuttosto usate, a giudicare dalle incrostazioni che stavo rimuovendo.
Avevamo montato un piccolo ascensore, assicurato da doppie corde, che potesse contenere una persona... me, per l'appunto, senza altre misure che potessero garantire la sicurezza. Per comodità avevo cominciato dai molari, perchè sapevo che sarebbe stato lì il lavoro più lungo. Avevo già mandato giu almeno 15 secchi di residui calcarei e non ero ancora arrivato ai premolari.
Avevo anche chiesto aiuto, ti puoi immaginare con quale risultato, il boss non voleva spendere e, comunque, i miei compagni di lavoro si guardavano bene dal proporsi per sveltire quell'agonia fetida che mi stava facendo lentamente soccombere.
All'inizio della quinta ora ero verde in volto, coi crampi alle mani e con 34 secchi di detriti scaricati. I premolari erano un ricordo, toccava ai canini e agli incisivi.
A parte lo schifo del reflusso gastroesofageo, Filippo stava tranquillo e questo facilitava un poco il mio compito, seppure ti debba confessare che oltre sei ore a respirare miasmi acidi, mettono a dura prova chiunque, persino me.
Quando finisco con gli incisivi, monto nel cestello per tornare giù.... i secchi sono stati in tutto 41... una faticata bestia, ma alla fine tutto era concluso.
Ero salito con le prime luci del giorno ed eravamo quasi al tramonto, dieci ore in una situazione che definire schifosa non rende appieno l'idea, ma era l'unico lavoro che avevo trovato e tu sai quanto ne avessi bisogno.
Il boss mi apostrofa: "Dove cazzo credi di andare?", "A dormire, boss, tutto quell'acido respirato, mi ha tolto anche la voglia di mangiare." rispondo mentre mi levo la tuta impermeabile.... "E l'arcata di sotto?" fa lui sputando un po' di tabacco del sigaro puzzolente che biascicava costantemente spostandolo da un angolo all'altro della bocca.
"L'arcata di sotto falla fare a qualcun altro o la facciamo un altro giorno".
L'espressione del volto non era rassicurante, e un rossore tendente al violaceo stava salendo velocemente dal collo a colorare tutto il viso.... era l'espressione che precedeva lo sbotto.
"Torna immediatamente sù a finire il lavoro" sbraitò con un livello di decibel che mi fece sanguinare un orecchio.
Ero troppo stanco per stare a discutere, non sarei tornato nell'antro del vomito incipiente per tutto l'oro del mondo, volevo solo dormire. Senza dire una parola gli piantai lo scalpello nel mezzo della fronte con un movimento rapidissimo e un colpo secco del mazzuolo, lasciandolo a bagnomaria nel suo stesso sangue, e me ne andai verso casa a fruire del mio meritato riposo.
Non ero pentito per niente di aver messo fine in modo definitivo a quella fastidiosa discussione, lo sai che non sopporto le persone che urlano e poi non avevo la forza di parlare, ero veramente troppo stanco. Peccato che, avendo soppresso quello che mi pagava, ho perso il lavoro
Domani andrò al centro per l'impiego a cercare qualcosa da fare.