Tutti sanno tutto e, anche se non sanno, ritengono di potere e dovere dire la propria opinione in tutte le occasioni in cui si possa esprimerla, anche quando non richiesta..
Nel credo popolare, poter parlare a vanvera è diventato sinonimo di democrazia e fascista è colui che invita a non dire cretinate, quando non si sappia di cosa si parla.
Stuoli di casalinghe di Voghera si scoprono esperte di strategie internazionali, gli idraulici uniti disegnano nuove frontiere per l'assetto del territorio, schiere sempre più consistenti di qualunque categoria di incompetenti di materie diverse dalla propria, ritengono di dover metttere bocca in cose che non sanno, ma che credono di sapere, avendo ben percepito le stupidaggini senza capo né coda che i direttori del pensiero hanno elaborato per loro, dicendo in modo chiaro cosa devono dire per sembrare persone informate.
Ritengo che l'equivoco nasca dal fatto che i più non ritengono che la parola debba necessariamente essere ancorata a un pensiero: la parola è, per diritto costituzionale, senza vincolo di mandato.
Si tratta, ahinoi, di una confusione insita nell'errata percezione del concetto stesso di democrazia, dalla libertà di parole alla parola in libertà.
Nessun commento:
Posta un commento