giovedì 19 gennaio 2017

Redistribuzione? No grazie.

A domanda diretta, gli esponenti del nuovo che avanza sotto l'egida encomiabile dell'Honestà, si sono espressi esattamente come gli esattori dello sceriffo di Nottingham che a parole dicono di combattere.
Lo stato della nostra società è stato determinato da decenni di testa china a politiche di impoverimento, per il timore di cambiare le cose davvero.
Sono anni che si parla di redistribuzione della ricchezza che, per motivi che i più giudicheranno misteriosi, si è concentrata sempre in meno mani, tanto che,  nel mondo, otto persone detengono il reddito di metà della popolazione mondiale.
Solo le mammolette pensano che questo sia ingiusto, il nostro vivere, il nostro benessere è stato possibile grazie al depredare le ricchezze alla parte povera del mondo, che non è indigente per vocazione naturale, ma solo perchè oppressa dalla nostra colonizzazione.
Volendo stringere il campo, poichè i massimi sistemi portano fuori rotta, è davanti agli occhi di tutti che la società italiana abbia seguito l'andamento del resto del mondo e sia sempre crescente il numero di persone che vedono ridurre il loro reddito, avvicinandosi in modo inquietante alla soglia di povertà.
È ovvio che tale stato di cose è frutto di scelte politiche, condivise, epraltro, da molti di coloro che ora vedo le loro sostanze assottigliarsi. 
La soluzione? Deve essere politica, ma noi siamo un popolo che ama l'equità sociale solo a parole e abbiamo, quindi, rifiutato sempre politiche redistributive che non fossero assistenzialismo bello e buono, nella migliore tradizione borbonica.
L'unica misura efficace, un'imposta patrimoniale, che sblocchi subito risorse, accompagnata da investimenti pubblici per il rilancio economico, sono visti come il fumo negli occhi da tutti, eccezion fatta per una sparuta minoranza.
Anche i nuovi rivoluzionari de noantri si sono pronunciati a favore di un assistenziale reddito di cittadinanza, ma assolutamente contrari a un'imposta patrimoniale......siamo fatti così.

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