Avevo passato lì, nel fango e nel freddo, le mie ultime 72 ore, avevo fame, sete, sonno e la mia mente si era adattata all'idea che tutto finisce, quanto avrei potuto restistere ancora?
Erano stati mesi di lotta senza quartiere.
Quella che una volta era stata la mia città, il panorama familiare, la cornice dei miei giochi e e della mia vita era si era rapidamente sfaldata, scomposta secondo una tecnica cubista, che aveva valorizzato il lato artistico e creativo degli esplosivi al plastico.
È per questo che ho gettato l'arma fuori e sono uscito con le mani alzate. Che altra scelta avrei avuto?
So bene che in questa guerra non si fanno prigionieri, ma ci sono momenti in cui la resa non sembra il male peggiore.
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