Troppi giorni passano nella confusione più totale, le cose passate, le esperienze trascorse, si ammassano alla rinfusa e non si sa di preciso cosa sia successo e cosa no. Ho ricordi sul divano, dentro la dispensa e persino nel mobiletto del bagno, fra un colluttorio e un bagnoschiuma.
Faccio il caffè e, aprendo un cassetto per prendere un cucchiaino, saltano fuori anche da lì dentro. Vero che non si può essere schiavi dell'ordine, ma una confusione così sistematicamente casuale è un caos disarticolato, niente a che vedere col caos creativo che porta avanti l'universo.
Il tempo è una convenzione, ma scandisce l'ascesa e il decadimento del corpo e dello spirito. Nessuno può sottrarsi alla vita e alle sue leggi e per tutti arriva il momento di mettere ordine nella propria testa, o almeno di provarci seriamente.
Strani pensieri mi affollano la testa in questa mattinata di fine estate e tutto è scaturito da un incidente di percorso che mi aveva sbattuto contro un muro di come e perchè...e posso assicurare che non è meno doloroso di quello di mattoni.
Le certezze sono diventate variabili, una per una, e si sono mischiate come le carte dopo una mano di poker.
Sarebbe facile poter aprire un libro di ricette della vita e seguire passo passo le istruzioni per affrontare il momento in cui occorre mettere ordine nelle cose e capire dalle diverse esperienze a quale punto si è arrivati, ma non è mai stato pubblicato un Artusi di questo genere e recenti informazioni mi convincono che, forse, non è mai stato neppure scritto.
Decido di bere quel caffè appena fatto, ero andato verso la cucina, convinto di poterlo preparare senza intoppi. In effetti, era stato proprio così, la moka era pulita, il barattolo della polvere era al suo posto e c'era persino un cartone di latte che mi guardava con interesse dal frigo. La realizzazione non aveva avuto contrattempi e la tazzina con il liquore fumante è adesso nella mia mano, in attesa di essere portata alla bocca.
La questione da risolvere con maggiore urgenza è che non ho gli scaffali adeguati dove riporre le idee, le parole, le esperienze e persino i sentimenti. Solo due grossi contenitori, quello del bene e quello del male, che sono già qualcosa, quanto meno hanno il primo importante contribuito a un grande immenso discrimine iniziale, ma al loro interno il disordine era totale.
Come fan convinto del "fai da te" ho deciso di procurarmi le attrezzature necessarie a una specie di Ikea dello spirito, per rendermi conto con un certo stizzito disappunto che in questo genere di sistemazioni il "bricolage" non è di nessun supporto, occorre fare intervenire gli "specialisti", perchè sia l'infrastruttura che il lavoro di sistemazione richiedono l'intervento di persone esperte che abbiano dimestichezza con entrambi gli aspetti, quello realizzativo e quello di collocazione, poichè non esistono teste uguali e quindi ogni singolo evento è un lavoro da svolgere su misura.
Mi sento spaesato, mentre sorseggio un normalissimo caffè, decido allora che addentare un biscotto potrebbe essere il toccasana che può risolvere la mattinata. Sono le nove in punto.
Alla fine il gesto è automatico, prendo il telefono e compongo il numero del servizio informazioni. "Avrei bisogno di un catalogatore della psiche" dissi con affabilità alla gentile signorina.
"Ha già un nominativo?" risponde lei
"No, me ne dia uno, tanto credo che uno valga l'altro"...
"Non è proprio così, signore, esistono diverse categorie di catalogatori, dipende dal lavoro che occorre svolgere.... ha già creato l'ambiente adatto alla sistemazione dei dati?"
"No, purtroppo no. Ho solo due grandi contenitori di confusione, ma niente di più"
"Capisco, quindi l'intervento è piuttosto complesso e richiede anche la creazione delle scaffalature necessarie, un catalogatore falegname potrebbe fare al suo caso, ma anche un catalogatore carpentire metallico, in quel caso il lavoro sarebbe più duraturo ma meno duttile."
"Faccia lei...."
In quel momento esatto, mi rendo conto che sto affidando il mio equilibrio futuro a un'operatrice di call centre.... devo essere impazzito.
"Anzi, lasci perdere, richiamerò quando avrò le idee più chiare,. Buona giornata"
Non attendo neppure la risposta al mio saluto e attacco il telefono.
Devo pensarci su. Decido che una camminata aiuterebbe a intraprendere una strada, piuttosto che un'altra. Mi metto addosso materiale leggero da jogging e mi avvio verso la porta.
Sto chiudendo dietro di me il cancello, quando mi si para davanti un signore con la barba folta, un sorriso accattivante e una valigetta d'alluminio in mano.
"Buon giorno, sono il catalogatore."
Strani pensieri mi affollano la testa in questa mattinata di fine estate e tutto è scaturito da un incidente di percorso che mi aveva sbattuto contro un muro di come e perchè...e posso assicurare che non è meno doloroso di quello di mattoni.
Le certezze sono diventate variabili, una per una, e si sono mischiate come le carte dopo una mano di poker.
Sarebbe facile poter aprire un libro di ricette della vita e seguire passo passo le istruzioni per affrontare il momento in cui occorre mettere ordine nelle cose e capire dalle diverse esperienze a quale punto si è arrivati, ma non è mai stato pubblicato un Artusi di questo genere e recenti informazioni mi convincono che, forse, non è mai stato neppure scritto.
Decido di bere quel caffè appena fatto, ero andato verso la cucina, convinto di poterlo preparare senza intoppi. In effetti, era stato proprio così, la moka era pulita, il barattolo della polvere era al suo posto e c'era persino un cartone di latte che mi guardava con interesse dal frigo. La realizzazione non aveva avuto contrattempi e la tazzina con il liquore fumante è adesso nella mia mano, in attesa di essere portata alla bocca.
La questione da risolvere con maggiore urgenza è che non ho gli scaffali adeguati dove riporre le idee, le parole, le esperienze e persino i sentimenti. Solo due grossi contenitori, quello del bene e quello del male, che sono già qualcosa, quanto meno hanno il primo importante contribuito a un grande immenso discrimine iniziale, ma al loro interno il disordine era totale.
Come fan convinto del "fai da te" ho deciso di procurarmi le attrezzature necessarie a una specie di Ikea dello spirito, per rendermi conto con un certo stizzito disappunto che in questo genere di sistemazioni il "bricolage" non è di nessun supporto, occorre fare intervenire gli "specialisti", perchè sia l'infrastruttura che il lavoro di sistemazione richiedono l'intervento di persone esperte che abbiano dimestichezza con entrambi gli aspetti, quello realizzativo e quello di collocazione, poichè non esistono teste uguali e quindi ogni singolo evento è un lavoro da svolgere su misura.
Mi sento spaesato, mentre sorseggio un normalissimo caffè, decido allora che addentare un biscotto potrebbe essere il toccasana che può risolvere la mattinata. Sono le nove in punto.
Alla fine il gesto è automatico, prendo il telefono e compongo il numero del servizio informazioni. "Avrei bisogno di un catalogatore della psiche" dissi con affabilità alla gentile signorina.
"Ha già un nominativo?" risponde lei
"No, me ne dia uno, tanto credo che uno valga l'altro"...
"Non è proprio così, signore, esistono diverse categorie di catalogatori, dipende dal lavoro che occorre svolgere.... ha già creato l'ambiente adatto alla sistemazione dei dati?"
"No, purtroppo no. Ho solo due grandi contenitori di confusione, ma niente di più"
"Capisco, quindi l'intervento è piuttosto complesso e richiede anche la creazione delle scaffalature necessarie, un catalogatore falegname potrebbe fare al suo caso, ma anche un catalogatore carpentire metallico, in quel caso il lavoro sarebbe più duraturo ma meno duttile."
"Faccia lei...."
In quel momento esatto, mi rendo conto che sto affidando il mio equilibrio futuro a un'operatrice di call centre.... devo essere impazzito.
"Anzi, lasci perdere, richiamerò quando avrò le idee più chiare,. Buona giornata"
Non attendo neppure la risposta al mio saluto e attacco il telefono.
Devo pensarci su. Decido che una camminata aiuterebbe a intraprendere una strada, piuttosto che un'altra. Mi metto addosso materiale leggero da jogging e mi avvio verso la porta.
Sto chiudendo dietro di me il cancello, quando mi si para davanti un signore con la barba folta, un sorriso accattivante e una valigetta d'alluminio in mano.
"Buon giorno, sono il catalogatore."