martedì 29 novembre 2011

Le Brigate Rotte

Lo sapevo che l'attenzione sociale avrebbe generato furto con scasso e Pande Arcate.
Siamo arrivati al punto e mes di non ritorno, noi popolo di apericene e happy hours, possiamo solo andare, anche venire...talvolta.
I lidi di Marzio sono stracolmi di bagnanti che auscultano la predica tentacolare.
Ma da che polpo viene la predica? Da che palpito si difende il difensore immunitario? Forse non tutto il sale vien per cuocere e un po' di pinze e un po' di ammonio inducono a dire "iohodato".
Il pensiero tassista a piedilista non è mai morto, neanche ferito, sonnecchia. È ora di debellarsi alle angurie di una classe dirigibile che tassa, classa e bile. E bolle, bolle, bolle!
Ponte a ponente è il faro del principe del foro, un furetto sempre in punta di fioretto o di fiorello, un vero feromone.
Noi, invece, siamo sempre gli stessi, e dobbiamo fare qualcosa...... ma anche no.
Affittiamo una stalla in cinque punti e rifondiamo la cioccolata nella Panda Arcuata.
È poco, ma pur sempre un inizo che potrebbe essere domani un moto di rivoluzione come quello della terra intorno al Silos.
Le parole sordide sono sempre quelle di allora, quando abbondava l'acido urico "gotta continua", "pasta dura senza verdure" e "godere operaio".
Da domani saremo nell'ombra.

lunedì 28 novembre 2011

Le sorprese

Ogni giorno è una scoperta e può nascondere una o più sorprese. Di questi tempi meglio sarebbe che le sorprese non ci fossero, ma non decidiamo noi l'andamento delle incognite, quindi non potremo fare altro che dare fondo al coraggio di vivere e giocarci tutte le carte nel tentativo di non soccombere.

giovedì 17 novembre 2011

Il salvatore della Patria

Sono esterrefatto dai plausi che riceve il liberale Monti, chiamato a salvare la Patria dalle perfide mani della speculazione internazionale. Monti è un conservatore, uomo di destra ed economista liberista. Come possa il suo arrivo essere accolto con entusiasmo da coloro che saranno le sue vittime, lo sa solo dio.
Non mi pare che i cristiani nell'arena romana applaudissero i leoni.

domenica 13 novembre 2011

Il popolo

Quando si sente parlare molto di popolo, significa che sta per arrivare la grande fregatura.
Una delle discussioni più accese di questi giorni riguarda la formazione di un governo che, a detta di alcuni Soloni dei poveri, non gode della legittimazione popolare, poiché non è stato votato in libere elezioni.
Dare dell'imbecille ignorante a chi professa simili tesi sarebbe l'unico atto degno di un essere umano, ma poiché la menzogna si sta diffondendo e una bugia detta da molti si trasforma in una una mezza verità, diventa opportuno richiamare alla memoria di quanti seguono pervicacemente i vari Ferrara, Sallusti, Santanché ecc., ovvero coloro che hanno nel cuore uno stato liberticida e dittatoriale in cui loro sono amici del tiranno, diventa opportuno, dicevamo, rammentare che 
  1. i cittadini italiani votano un Parlamento, non un Governo
  2. Il Capo dello Stato incarica (dopo le consultazioni con le forze elette),colui che formerà il Governo
  3. Il Governo si insedia se ottiene la maggioranza dei voti degli eletti in Parlamento
  4. Dare l'incarico di formare il Governo è prerogativa del Capo delle Stato e non del popolo
  5. Se un governo diviene dimissionario è dovere del Presidente della Repubblica vagliare le alternative nel Parlamento, unico organo eletto dal popolo.
Quanti in questi 20 lunghi, lunghissimi anni hanno negato questi elementari principi della nostra carta costituzionale hanno mentito ai loro interlocutori e a sé stessi.
Avere personalizzato il simbolo elettorale con il cognome di tanti bei signori nessuno, non ha trasformato la nostra Repubblica in uno Stato Presidenziale. L'Italia era e resta una Repubblica Parlamentare, con buona pace di quanti (mentendo) affermano il contrario
Quello che i millantatori avrebbero potuto fare, era cambiare la Costituzione e trasformare profondamente il nostro Stato. Non lo hanno fatto, probabilmente non lo hanno giudicato importante e hanno sbagliato.
Dichiarare che il Presidente del Consiglio della nostra nazione viene eletto dal Popolo è eversivo, terroristico e andrebbe punito colui che lo dichiara con l'ergastolo. 
La Carta Costitutiva è l'unica cosa oggettiva della nostra organizzazione sociale, basta prenderne atto e attenervisi. Andare meschinamente contro il dettato costituzionale non può che essere considerato tradimento.... e trattato di conseguenza.

mercoledì 9 novembre 2011

La caduta.

Non volevo parlarne, ne sono costretto dall'imbecillità umana.
La parabola si sta chiudendo, com'era nell'ordine delle cose e dell'anagrafe.
Ogni volta che accade assistiamo allo stesso patetico spettacolo, alcuni che abbandonano la nave, altri che negano, prima che il gallo canti tre volte, di averlo mai conosciuto, o frequentato.
Abbiamo dei comportamenti che avviliscono  e che, forse, sono antichi come l'uomo, come la sua vigliaccheria, ma questo non giustifica né lenisce il fastidio che si prova quando si assiste impotenti alla messa in scena della pochezza del nostro popolo.
Tutti si sentono coinvolti e impegnati nella ricerca dei colpevoli e nella cacciata dei tiranni. Nessuno e dico nessuno ammetterà di essere stato affascinato dalle promesse (per quanto false) e di avere tracciato una X sul simbolo del potente in decadenza. 
Le piazze si riempiranno di avversari della prima ora che vanteranno la vittoria, ma, contandoli, cominceremo dubitare che qualcuno lo abbia mai votato il tiranno, dovremo ipotizzare brogli elettorali, come se tutte quelle schede, che per anni hanno sostenuto il Capo al suo posto, fossero dei clamorosi falsi.
È la particolarità della nostra democrazia, nessuno ha mai perso, nessuno ha mai avuto colpe o responsabilità, tutti cambiano casacca con estrema disinvoltura e la caduta è rovinosa.
Ciononostante, non sono ancora riuscito a sentire dalla bocca degli avversari del vinto, quali saranno i loro provvedimenti, le loro mosse. La sensazione che colpisce è che l'impegno profuso per la "cacciata del despota" sia la summa dei programmi che l'opposizione ha avuto in tutti questi lunghi mesi. 
Nessuno che abbia spiegato cosa succede dopo, nessuno che abbia messo in colonna le azioni da compiere su un brogliaccio, così tanto per avviare la discussione. Chissà cosa succederà, lo scopriremo solo vivendo, cantava l'indimenticato Battisti. Adesso, per quanto riguarda il da farsi, ho il timore che i nuovi tiranni proclamino da un momento all'altro :"Un attimo, ci stiamo pensando, ci verrà in mente qualcosa.... prima o poi".

domenica 6 novembre 2011

Storie e parole.

I bambini adorano le favole, vogliono sentire i racconti, si vogliono immedesimare nei personaggi e immaginare con la fantasia l'azione che si svolge. Il racconto è parte integrante della vita degli esseri umani, aiuta a crescere, ad acquisire informazioni, a propsettare soluzioni.
Anche gli adulti adorano i racconti, sotto molteplici forme, che siano pieces di teatro, che siano film. La tradizione dei cantastorie non è nata oggi, esiste dalla notte dei tempi e, prima che la tecnologia ci mettesse a disposizione i nuovi mezzi di comunicazione (d'elite e di massa), costituivano il trait d'union fra la dura vita quotidiana e la leggerezza dei sogni e della fantasia.
Il racconto aggregava intorno al fuoco, nelle piazze, nei cinema e nei teatri, nei bar sul nascere della televisione. Il racconto è ora appannaggio di tutti, ma tutti separati, chiusi nei nostri alloggi di fronte al cantastorie elettronico personale, con un'offerta spaventosamente grande di racconti da ascoltare e nessuno con cui condividerlo.