domenica 30 ottobre 2011

Γνῶθι σαυτόν (Conosci te stesso)

Troppi sono caduti per proprie esclusive responsabilità. La tendenza a strafare porta solo sventura.
Il principio è conosciuto universalmente e, per quanto attributito da taluni a Talete, da altri a Chilone, sintetizza alla perfezione l'invito di Socrate a cercare la Verità dentro sé stessi, invece che vagare a vuoto alla sua ricerca nel mondo esterno, che è solo apparenze.
Conoscere sé stessi aiuta, sapere con esattezza le proprie propensioni, scandagliare con cura i propri limiti aiuta. L'analisi della realtà è un processo complicato e (spesso) doloroso. La verità è una materia da maneggiare con cura e consapevolezza. Chi non ha gli strumenti o la corretta preparazione è opportuno che si fermi allo stadio che può gestire e mai, come in questo campo, i peccati di presunzione si pagano, alle volte in modo salatissimo.
Fare il passo per quanto è lunga la gamba è un ottimo inizio, poiché per fare passi più lunghi occorre correre e la corsa richiede allenamento e perseveranza, o finirà con lo sfiancarci.

giovedì 27 ottobre 2011

Licenziamenti

È un dente che si deve estirpare quello della sicurezza del lavoro. L'inno alla libertà di mandare a casa i lavoratori senza giusta causa è stato composto e si accinge a diventare il motivo di maggior successo al festival dell'ipocrisia.
In un paese normale, la flessibilità è un valore irrinunciabile, poiché tutti i rapporti si basano sulla competenza, sulla professionalità e sulla trasparenza.
Nella nostra Italietta da due soldi no. Noi abbiamo nostalgia del caporalato, che tanto bene fece alle tasche dei potenti fino a tutti gli anni 60. La nostalgia del ricatto, della volontà di asservire, che è propria di tanta parte della classe padronale, è un elemento che si sta prepotentemente riaffacciando nella vita di tutti. "Ringrazia il cielo che ti do lavoro, invece di reclamare per condizioni più umane"
In un paese civile reclamare una mobilità del lavoro in funzione delle necessità dell'economia è cosa normale, quasi ovvia.
In una nazione normale i contratti a tempo o atipici sono pagati molto di più di quelli a tempo indeterminato, da noi sono diventati bacino di ignobile sfruttamento per giunta scarsamente remunerato.
Ha ragione il Presidente del Consiglio, siamo proprio un Paese di merda e la colpa, forse, è anche un po' sua, ma certamente è di tutti coloro che non hanno mai preso in considerazione di essere parte di un patto collettivo. Com'è noto sappiamo tutti benissimo cosa sia il privato, peccato che ignoriamo cosa sia il pubblico e pensiamo, a tutt'oggi, che riguardi qualcun altro.

martedì 25 ottobre 2011

Voglio Emma.

Improvvisamente è spuntato fuori, come un folletto birichino. 
Mi ha colto di sorpresa e si è impadronito della mia mente in modo inaspettato. Ho così scoperto che provo una forte attrazione sessuale per Emma Marcegaglia, che si è involontariamente arrogata il potere di generarmi pulsioni sessuali impreviste, al suo semplice comparire in televisione. 
Sicuramente è una bella donna, è ragionevole, quindi, che possa alimentare le fantasie sessuali di un giovane uomo, figurarsi di uno in disarmo come me..... che c'è di strano, allora?
Nulla. C'è che dopo essere stato per tanti anni fottuto da Confindustria, poter piacevolmente rendere la pariglia, seppure in modo reciproco e consensuale (ci mancherebbe altro), è sogno che balena nelle mie giornate e sparisce repentinamente all'orizzonte, lasciando dietro di sé un alone di desiderio inappagato e (forse) inappagabile.

lunedì 24 ottobre 2011

Chi paga.

Finalmente ci siamo, finalmente abbiamo scoperto chi ha mandato tutti a puttane e ha affossato il presente e il futuro dell'Italia. Finalmente li hanno scoperti e gliela faranno pagare di sicuro. 
La madre di tutti i problemi dell'Italia non è costituita da evasori, delinquenti, corrotti, parassiti, ladri; tutte rispettabili categorie degnamente rappresentate nelle Istituzioni elettive.
I veri nemici dell'Italia sono i pensionati, quelli che contribuiscono per quanrant'anni della loro vita all'arricchiamento della minoranza e che poi ricevono un assegno mensile per la sopravvivenza fino alla fine dei loro giorni.
Il vero problema è chi lavora e ha mantenuto questi scarafaggi succhiasangue (e non solo sangue) per una così importante parte della propria vita e che deve (nei progetti dei privilegiati) prolungare il proprio sforzo contributivo acchè chi tanto ha non rinunci a nulla, anzi, se può, acquisisca ulteriomente immeritata ricchezza.
Il popolo bue sfoga il proprio sdegno sulla piazza, sulla rete, con la voce tacitata dai miliziani dell'Imperatore, maestri nell'inscenare teatrini di guerriglia urbana, in cui recitano tutte le parti in scena.
Il popolo sovrano è nudo, ma nessuno vuol vederlo, abbagliato dal luccichio delle false promesse, del mendace sogno brianzolo. Il re è nudo, ma solo perchè non è mai stato re. La grande truffa della democrazia liberale è ora di fronte a tutti coloro che abbiano un minimo di onestà intellettuale per osservare la verità..
Questa è la democrazia, una forma di aggregazione che può consentire alla malavita organizzata di carpire la buonafede dei più, con mezzi vari, e impadronirsi del potere e delle ricchezze di un intero Paese, riducendo in povertà la stragrande maggioranza che, alla fine, sarà anche grata ai propri carnefici per avere evitato chissà quale più grande catastrofe.
Ecco chi paga.

domenica 16 ottobre 2011

Violenza

L'argomento del giorno è la violenza, molto seguito e molto di moda.
Qualche centinaio di persone non identificate sfascia qualche auto, qualche vetrina e subito parte il valzer delle esecrazioni, l'apologia della "manifestazione pacifica" , noti picchiatori degli anni 70 che pontificano sui toni tenuti dai loro nemici politici.
E il popolo?...... Be' il popolo è bue, segue l'onda delle sollecitazioni che riceve dalla televisione, la condanna della violenza e tutto questo genere di luoghi comuni. La violenza è nemica del popolo e della democrazia.
Sarei propenso a essere d'accordo con quest'ultimo assunto e vorrei stigmatizzare la violenza di cui siamo oggetto da anni, senza che nessun rappresentante politico abbia levato la sua autorevole voce con finalità esecrative.
  • La sanità pubblica è stata devastata da sedicenti amministratori con inaudita violenza
  • La scuola pubblica è stata distrutta con pervicace determinazione da una serie di loschi figuri rimasti impuniti.
  • I fondi per l'assistenza agli invalidi sono falcidiati sull'altare del risparmio nelle cose meno importanti.
  •  Il lavoro è stato aggredito con brutalità  e svilito nei contenuti fino a essere ridotto a una larva.
  • Tutto il bene collettivo ha subito violenza che ha lasciato danni che richiederanno cure e tempo.
Tutto questo è accaduto oggettivamente senza che nessuno si scandalizzasse, poi basta che qualche deficiente spacchi una vetrina e dia fuoco a un'auto perché questi propongano subito una bella riedizione della legge Reale....... mi chiedo chi siano i veri violenti.

lunedì 3 ottobre 2011

Il successo

Da qualche giorno mi chiedo cosa determini il successo di un essere umano e quando questi possa considerare di avere raggiunto il proprio fine e, quindi, avere avuto successo.
Probabilmente il tempo che avanza acuisce la necessità, o presunta tale, di fare dei bilanci e porsi domande sulla propria vita e sul senso che le abbiamo impresso.
Il problema, quando si entra in questi labirinti, è che non tutti sono d'accordo su cosa stabilisca il successo. Nella storia dell'umanità si è andata spesso consolidando la convinzione che la bilancia sia mossa dal verbo avere, con buona pace di Fromm.
Nel mondo contemporaneo, il denaro è un parametro molto ricercato per stabilire il grado di successo di ciascuno, ma anche la popolarità è un parametro importante. Diciamo che le sinergie fra diversi requisiti concorrono a muovere la classifica verso i primi posti.
Sappiamo quindi che molti di noi spendono la propria vita arrabattandosi fra mille problemi di concretezza quotidiana e che, alla fine, cercheranno la dignità nella pensione che si saranno guadagnati e nelle quattro mura che ospiteranno i loro uiltimi anni.
Una desolazione, in pratica costoro saranno vissuti inutilmente e non potranno vantare un palma res di successo. Degli esseri senza alcun significato umano, ecco!
Di contro ci sono tendenze di pensiero che mirano a svalutare ciò che si ha, privilegiando, nel giudizio finale, ciò che si è. Ed è qui che casca l'asino, perché chi ha, sarà ben felice di tenersi le sue cose e plaudire a chi "è", mentre chi è, avrà nel profondo del cuore l'amarezza di invidiare in qualche modo chi "ha" poichè questi gli ha portato via parte di ciò che la natura gli aveva riservato.
Come si vede, non c'è uscita e chiedere che senso ha la vita può portare a un circolo vizioso in cui il buon senso è l'unica cosa che manca.