domenica 30 luglio 2017

Kashmir

Quando il deserto della Namibia decise di trasferirsi in Kashmir, lo fece per la mancanza d'acqua, determinata dalla più grande siccità che la storia di quelle sabbie ricordi e anche perchè si annoiava a morte, la crisi economica aveva mietuto vittime e i locali della movida erano deserti al punto di assurgere alla fama internazionale, i famosi locali deserti della Namibia.
Si trattò di uno dei primi casi di migrazione per noia che tanto piacque a Moravia che ci costruì sopra una carriera, se ci avesse fatto una palazzina sarebbe stato un palazzinaro, ma non fu così e la crisi edilizia prese il sopravvento.
Comunque, il Kashmir si trovò a dover affrontare quella che appariva come una vera e propria invasione di invasati desertici, per lo più piante grasse, in forte sovrappeso per delle gravi disfuzioni ormonali; queste arrivavano, quasi fossero cavallette e rubavano il welfare e i golfini di Kashmir, che nel volgere di breve tempo si trovo a dover cambiare abbigliamento e domicilio conosciuto.
Fu un periodo oscuro, quasi che la latitudine si fosse spostata al circolo polare nel periodo sbagliato, per quanto lo scioglimento dei ghiacci avesse addolcito il clima, ma non illuminato le giornate. Un periodo quasi più nero di quello delle liti tra i suoi genitori: India e Cina, due poetesse ermetiche come barattoli di conserva.
Sta di fatto che non ci fu nulla da fare, le piante grasse ingrassavano e le verdi e lussureggianti jungle del Bengala, tanto amiche di quelle del Kashmir, subivano un cambiamento culturale che le porto a diventare anoressiche.
Una vera disdetta, ma così vanno le cose del mondo.

sabato 29 luglio 2017

Atei militanti ecco perché sbagliate (di Eugenio Scalfari) luglio 2017

Eugenio Scalfari è intervenuto da par suo su di un tema molto delicato, che ottenuto insulti e improperi di ogni specie dal popolino del web. La maggioranza dei Soloni de noantri trattava l'Intellettuale Scalfari con la sufficienza che si riserva a un povero imbecille, dimenticando che siamo di fronte a uno dei più brillanti intellettuali che il nostro Paese abbia conosciuto nel XX secolo. Riporto qui l'articolo che tanto sdegno ha sollevato.

"Un conto è non rispecchiarsi in alcuna religione rivelata. Altro è credere, in modo assoluto e intollerante, nel grande nulla






venerdì 28 luglio 2017

Dal blog "Sù la testa"

di Gianni Lannes
«La decisione di far uccidere Moro non venne presa alla leggera. Ne discutemmo a lungo, perché a nessuno piace sacrificare delle vite. Ma Cossiga mantenne ferma la rotta e così arrivammo a una soluzione molto difficile, soprattutto per lui. Con la sua morte impedimmo a Berlinguer di arrivare al potere e di evitare così la destabilizzazione dell’Italia e dell’Europa». 
Così parlò nel 2006 Steve Pieczenik, il consigliere di Stato USA, chiamato al fianco di Francesco Cossiga per risolvere la condizione di crisi, in un’intervista pubblicata in Francia dal giornalista Emmanuel Amara, nel libro Nous avons tué Aldo Moro. Ancora prima il 16 marzo del 2001 in una precedente dichiarazione rilasciata a Italy Daily, lo stesso Pieczenik disse che il suo compito per conto del governo di Washington era stato quello 
«di stabilizzare l’Italia in modo che la Dc non cedesse. La paura degli americani era che un cedimento della Dc avrebbe portato consenso al Pci, già vicino a ottenere la maggioranza. In situazioni normali, nonostante le tante crisi di governo, l’Italia era sempre stata saldamente in mano alla Dc. Ma adesso, con Moro che dava segni di cedimento, la situazione era a rischio. Venne pertanto presa la decisione di non trattare. Politicamente non c’era altra scelta. Questo però significa che Moro sarebbe stato giustiziato. Il fatto è che lui non era indispensabile ai fini della stabilità dell’Italia».

Queste dichiarazioni di un esponente ufficiale del governo United States of America (assistente del segretario di Stato sotto Kissinger, Vance, Schultz, Baker) di dominio pubblico da tempo, anzi il 9 marzo 2008 sono peraltro state riportate dal quotidiano La Stampa ("Ho manipolato le br per far uccidere Moro"). E non sono mai state smentite da Cossiga e Andreotti. Ma allora, come mai la magistratura italiana, ovvero la procura della Repubblica di Roma, non convoca Steve Pieczenik in Italia e lo torchia legalmente a dovere? Proprio Pieczenik nei primi anni Settanta fu chiamato da Henry Kissinger a lavorare da consulente presso il ministero degli Esteri con l'approvazione di Nixon. Kissinger aveva minacciato di morte Aldo Moro. Kissinger ai giorni nostri è stato ricevuto come se niente fosse da Giorgio Napolitano, quello eletto da onorevoli illegittimi, che ha piazzato ben tre governi abusivi, ossia Monti, Letta, Renzi (sentenza della Corte costituzionale numero 1 del gennaio 2014) che il popolo "sovrano" non ha votato.

L'ex vicepresidente del CSM ed ex vicesegretario della Democrazia Cristiana Giovanni Galloni il 5 luglio 2005, in un'intervista nella trasmissione NEXT di Rainews24, disse che poche settimane prima del rapimento, Moro gli confidò, discutendo della difficoltà di trovare i covi delle BR, di essere a conoscenza del fatto che sia i servizi americani che quelli israeliani avevano degli infiltrati nelle BR, ma che gli italiani non erano tenuti al corrente di queste attività che sarebbero potute essere d'aiuto nell'individuare i covi dei brigatisti. Galloni sostenne anche che vi furono parecchie difficoltà a mettersi in contatto con i servizi statunitensi durante i giorni del rapimento, ma che alcune informazioni potevano tuttavia essere arrivate dagli USA:
 

«Pecorelli scrisse che il 15 marzo 1978 sarebbe accaduto un fatto molto grave in Italia e si scoprì dopo che Moro doveva essere rapito il giorno prima (...) l'assassinio di Pecorelli potrebbe essere stato determinato dalle cose che il giornalista era in grado di rivelare».
Lo stesso Galloni aveva già effettuato dichiarazioni simili durante un'audizione alla Commissione Stragi il 22 luglio 1998, in cui affermò anche che durante un suo viaggio negli USA del 1976 gli era stato fatto presente che, per motivi strategici (il timore di perdere le basi militari su suolo italiano, che erano la prima linea di difesa in caso di invasione dell'Europa da parte sovietica) gli Stati Uniti erano contrari ad un governo aperto ai comunisti come quello a cui puntava Moro:
«Quindi, l'entrata dei comunisti in Italia nel Governo o nella maggioranza era una questione strategica, di vita o di morte, "life or death" come dissero, per gli Stati Uniti d'America, perché se fossero arrivati i comunisti al Governo in Italia sicuramente loro sarebbero stati cacciati da quelle basi e questo non lo potevano permettere a nessun costo. Qui si verificavano le divisioni tra colombe e falchi. I falchi affermavano in modo minaccioso che questo non lo avrebbero mai permesso, costi quel che costi, per cui vedevo dietro questa affermazione colpi di Stato, insurrezioni e cose del genere».
La prigione di Aldo Moro, nel cuore di Roma, ovvero nel quartiere ebraico, ad un soffio da via Caetani dove il 9 maggio 1978 fu ritrovato il corpo senza vita dello statista, era ben nota al governo di allora (Cossiga e Andreotti). Il 16 marzo 1978 la strage di via Fani fu compiuta da uomini dei servizi segreti italiani. Era presente in loco il colonnello Camillo Guglielmi, ufficiale del Sismi, il servizio segreto militare, addetto all’Ufficio “R” per il controllo e la sicurezza. Quei cosiddetti brigatisti rossi non sapevano neanche tenere in mano un'arma giocattolo, figuriamoci sparare con armi vere e assassinare due carabinieri e tre poliziotti. Mai come allora gli apparati di cosiddetta sicurezza italiana unitamente alle forze dell’ordine, mostrarono una così grande inettitudine voluta. I brigatisti grazie a una trattativa segreta con lo Stato tricolore sono oggi tutti liberi. Come se la spassano adesso Valerio Morucci (vari ergastoli), Mario Moretti (condannato a 6 ergastoli) e Barbara Balzerani? A proposito: le carte sulla vicenda Moro, in barba alla legge vigente, sono ancora sottoposte all’impermeabile segreto di Stato, nonostante i proclami propagandistici di Renzi. Anche per questo siamo una colonia a stelle e strisce, un’Italietta delle banane eterodiretta dall'estero, a sovranità inesistente.

lunedì 17 luglio 2017

I misteri della Trinità e la fellatio delle tigri.

Una delle osservazioni elementari che lo studio dei fenomeni umani ha evidenziato, è che a ogni singola azione, corrisponde una reazione, che alcuni hanno sostenuto essere uguale e contraria, ma non è questo che ci interessa in questa sede.
Il fuoco dell'interesse è, piuttosto, incentrato sulla reazione medesima, di cui ci preme l'ammissione di esistenza pura e semplice. Il significato profondo di questa affermazione, consiste nell'enunciato che ogni azione ha le sue conseguenze, è, pertanto, opportuno che ciascuna azione sia valutata con la massima attenzione e col convincimento che i benifici che ci arrecherà, saranno maggiori delle criticità che verranno a crearsi.

giovedì 13 luglio 2017

Le conseguenze del fascismo, sulla nostra pelle

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Sono anarchica. Non mi importa difendere ideologie totalitarie, ovunque esse si realizzino. Perciò riconosco autoritarismi ove altri vedono principi di “democrazia”. Perciò posso dire che un “né destra né sinistra” in Italia non ha senso perché qui abbiamo avuto il fascismo al potere che ha realizzato leggi razziali, con gente che ha continuato, lo ammetto, solide tradizioni che un tempo erano cristiane, quando la religione cattolica e l’inquisizione di cui era titolare compirono la loro caccia alle streghe, agli eretici e ancor prima agli ebrei che evidentemente, pur avendo adottato l’ebreo Gesù come icona della propria religione, gli stavano sul culo fin da allora.
Il fascismo ha stabilito che si potesse togliere a chiunque non fosse gradito ai vari Mussolinomani ogni diritto, di lavoro, studio, vita, respiro, genere, sessualità, beni, per poi appropriarsene, come nel 1400 e rotti aveva fatto la chiesa cattolica un po’ ovunque. Lo so perché ho studiato la storia e studiare la storia è importante affinché dal nostro passato si capisca di non dover commettere gli stessi errori nella costruzione del futuro. Ma il fascismo si è riciclato e di revisionismo in revisionismo siamo arrivati al punto in cui dirsi antifascisti è diventato quasi un crimine.
Vorrei comunque fare un’analisi a partire da me, perché ciascuno può rintracciare in se’ gli elementi da cui far partire una riflessione che dal particolare possa diventare spunto per una riflessione collettiva.
Le camicie nere sequestravano grano e altri beni di prima utilità a poveri contadini siculi che vivevano seguendo il miraggio del dittatore buono. Quelle camicie nere reclutavano, che dico, deportavano uomini presi dalle campagne siciliane per portarli a compiere il sogno di colonizzazione di Mussolini. Li hanno obbligati, pena l’arresto delle mogli o delle madri se collaboravano al fine di celare nascondigli e aiutarli nella diserzione, a essere protagonisti e testimoni di guerre oscene, con la sete fanatica di appropriazione di beni, terra, deserto e corpi di donna, stuprate, schiavizzate per esigenza di presunta “civilizzazione”, come fanno oggi i moderni Bush che non sono meno fascisti di Mussolini, per quanto Bush non possa togliere il diritto di parola a nessuno o quasi.
Le camicie nere entravano di notte nelle case di campagna a depredare e stuprare. Parlo degli avi ispiratori di quelli che “non toccate le nostre donne”. E’ storia e non fantasia. Il fascismo ha fatto danni in tutti i sensi, con una perenne limitazione della libertà e dei diritti civili per ciascuno. Mussolini mandò in manicomio il figlio e la moglie (quella segreta) che pure ebbe e rinnegò. Anche quella è storia. Le donne, le lesbiche, i gay, diventavano malati di pazzia per benedizione ricevuta dal Duce. Nelle periferie c’erano i prefetti che non combattevano la mafia, altrimenti avrebbero estirpato quell’esercito di buzzurri campagnoli che nulla avevano a che fare con la mafia imprenditrice degli anni 70/80 o quella economica finanziaria politica di oggi.
Non è vero che si poteva “dormire con la porta aperta” perché la povertà era orrenda e tra tanti immigrati negli Stati Uniti, in Canada, in Brasile, in Argentina, c’era chi restava e se dimenticava la porta aperta si ritrovava al mattino con un mulo in meno e con la dispensa vuota. La fame era tanta. Ecco cosa si racconta sui libri e cosa raccontavano i nostri anziani. Fame che non a caso è definita nera. Con il buio negli occhi e le speranze nel cesso. Sempre nero. Tutto nero. Come un virus, come la peste, come la trasmissione di un fascismo che si insinuava tramite portatori sani che propagandavano tutto il contrario di quel che era in realtà.
I vecchi di ieri davano via le fedi e i denti d’oro, in quel momento fascista, per pagare le spedizioni coloniali nel nord africa. Perché deve essere chiaro che hanno pagato i nostri familiari lontani con la promessa di ricchezza per tutti. Una ricchezza che non arrivò mai e che ridusse in povertà la popolazione ormai stremata ai tempi della guerra in alleanza con la germania nazista. L’italia fascio/nazista, quella che veniva definita patria. La stessa patria di Dio/Patria/Famiglia che è costata molte vite, molti sacrifici, molto di tutto, più di quel che ciascuno poteva permettersi di perdere.
L’Italia fascista che educava le donne a essere puramente riproduttive. Figli per la patria, piani per la fertilità, per dare soldati al duce e femmine per le case chiuse. Ruoli di cura e riproduzione. Unici doveri delle donne prive di diritti. Donne in marcia nelle esibizioni che avrebbero dovuto dimostrare la grande bellezza e salute delle donne dell’impero italiano. Impero. Una parola tanto pretenziosa quanto tragica per il prezzo pagato da tutti. Perché i fascisti cedettero gli ebrei e la gente di mezzo, quella indifesa e criminalizzata, ai nazisti che li deportarono. Gli fornì un luogo di allevamento di corpi da massacrare e questo non lo fece Pasquale o Filippo. Lo fece Mussolini. Lo fece il fascismo.

L’eredità lasciata dal fascismo che tenta di riciclarsi continuamente è sintetizzabile in un solo concetto – discriminazione – ma c’è tanto di più da dire. Qualcun@ di voi ha letto il codice rocco? Quello fascista che precede le leggi attuali. Molti articoli del codice rocco sono ancora in vigore, tirati fuori per massacrare il dissenso e l’opposizione. La dittatura è bene per i potenti tenerla a disposizione, nel caso in cui dovessero rovesciare il paese e farne polpette da servire calde alle decine di figli dei fascisti.
I vecchi articoli che parlavano di matrimonio riparatore, di stupro inteso come reato contro la morale, le restrizioni per i gay, le lesbiche e le discriminazioni contro chi viene da paesi diversi, gli atti osceni, il reato di devastazione e saccheggio (che viene applicato oggi contro i manifestanti che dissentono con le politiche economiche dei governi), la psichiatria usata come elemento di interpretazione della realtà dei fatti nei processi. Il pater familias, l’assenza di consultori, l’impossibilità di divorziare, il divieto di abortire e le tante donne morte di aborto clandestino. Lo ius corrigendi, quello che dava al padre il diritto di picchiare moglie e figli, il vis grata puella, principio per cui se tu inizi a baciare o pomiciare qualcuno poi dovrai dargliela per forza e lui aveva il diritto di stuprarti.
Tutte queste cose e molte altre ancora, per lo meno quelle che sono sparite, sebbene esistano ancora in termini culturali, non sono elementi di un passato lontano ma molto recente perché i fascisti nostrani dopo l’italia hanno aiutato Franco, il dittatore spagnolo, e poi sono andati in giro a costruire alleanze nazifasciste in raduni di merda per gente di merda che toglie il fiato e imprime il terrore in chiunque penserà solo di percorrere il loro stesso cammino. Pronuncia il termine Fanatico, dimmelo forte perché è quella la parola che si adatta alla definizione di chi ancora oggi pensa che il fascismo sia una buona occasione per i popoli.
Vediamo cosa oggi pensa di poter imporre un qualunque gruppo di fascisti ancora esistenti: mancato diritto alla migrazione, razzismo istituzionale, persecuzione in danno a persone che praticano differenti religioni, ripristino delle scuole separate per bambine e bambini, ruoli di genere imposti. Divieto di unione gay e di adozione o nascita in famiglie omogenitoriali. Donna come madre e moglie. Donna “felicemente” sottomessa. Bullismo omo/transfobico e istituzionale nei confronti delle persone lgbtq.
Per non parlare del rossobrunismo di chi si infiltra nel movimento a supporto dei diritti dei palestinesi solo per poter diffondere antisemitismo in quantità. O di chi si dice in lotta per il capitalismo con complottisti che immaginano di poter orientare l’opinione della gente dicendo che gay, femministe, trans, sinistra, eccetera, farebbero parte di una lobby ricca e piena di gente che scansa i poveri. Invece, loro.
Manifesto di propaganda fascista della RSI
Da allora non ci siamo mossi di una virgola.
Io so che gran parte della cultura che l’Italia continua a portarsi dietro è dovuta ai fascisti. So che continuano a interferire con le decisioni di uno Stato che dovrebbe finalmente lasciarci liber* di scegliere. Lasciare liberi noi giacché i fascisti sono liberticidi e non chi difende i diritti di chi viene discriminato da chi sequestra libri dalle scuole o dalle biblioteche, da chi dà del ricchione al gay e della lesbica isterica alla femminista. Da chi dice che dovrei mettermi al servizio della “causa” fascista per combattere il “negro” stupratore che ce l’ha tanto (il pene. e servirebbe una gestualità eloquente ma dovete arrangiarvi con le parole).
Per chi conosce la storia sarà presto noto il fatto che seguono oggi come ieri vecchie riproposizioni, vecchia propaganda. Non sono mai cambiati. E ben inteso il fascismo non viene presentato solo in termini di mostruosità. Non sono demoni ma, come già detto da Hannah Arendt, sono persone normali, sono solo piccole anime che detestano il mondo dei vivi. Sono burocrati di morte che contano i migranti in arrivo ed evitano di contare quelli che muoiono. Sono negazionisti dell’Olocausto, delle stragi nere compiute, dei pezzi di storia dei quali sono ancora responsabili. Non si pentono di nulla e non chiedono scusa ma, piuttosto, custodiscono feticci della dittatura che fu e vorrebbe ancora essere, opponendosi ad una possibile legge che impedisca l’espressione di un immaginario fascista che viene diffuso ancora, tra i ragazzi, i giovani, negli spalti dei campi di calcio, nelle sedi di associazioni, presunte, benefiche. Nelle sfilate no-choice, volendo ancora interferire con le mie scelte, con le scelte delle donne, sui propri corpi.
Sono istigatori di razzismo, islamofobia e vorrebbero governare la gente con il terrore ponendosi in finta difesa di presunti pericoli che arriverebbero dall’esterno grazie ai quali non vedremo i pericoli che abbiamo qui, proprio qui, in casa nostra. Non siamo noi i terroristi, per quel che mi riguarda, e ricordo che Mussolini fu eletto regolarmente dal “popolo” e oggi potete ancora eleggere a varie cariche rappresentanti di partiti di estrema destra che affermano impunemente di essere fascistissimi e di continuare a diffondere il verbo.
E’ di questo che io ho paura: della gente indifferente che pensa che giammai accadrà qualcosa di brutto e d’altro canto la rimozione preventiva riguardò Italia e Germania nella seconda guerra. Felicemente se ne stavano a contemplare la storia che gli passava sotto il naso. Peccato si trattava di morti, moltissimi morti. Un po’ come il genocidio che da anni avviene ai confini delle nostre terre europee. Gente che muore prima di arrivare da noi, che annega in mare, con il mediterraneo che ogni tanto sputa fuori qualche corpo qui e là. Ed è tutto così. Figuriamoci. Ma no, cosa dico, il fascismo non esiste. Giusto?

martedì 4 luglio 2017

L'abbandono

Solo un deficiente non si chiede se l'abbandono, quale che sia, possa arrecare più danno o più beneficio.
Non è una questione di mero calcolo opportunistico, ma un utile esercizio per evitare di prendere iniziative di cui ci si possa pentire quando ci si trovi a rifletterne, una volta trascorso l'impulso creativo e distruttivo.
Il tempo non è solo il miglior giudice, è anche il migliore corrosivo di qualsiasi attività umana che, come la letteratura ci ha insegnato, è caduca per definizione.
D'altronde il fisico umano è corrodibile, figurarsi l'animo che non è solo corrodibile, ma anche corruttibile e la corruzione non conosce frontiere, né ostacoli, riesce a forare ogni ostacolo con l'abilità di un supereroe.
Quando si vada a osservare il mare dall'alto di una scogliera, ci rende conto che l'energia è laggiù, insita nel movimento stesso delle onde, ma non sempre possiamo pensare di tornare nel mezzo dei marosi a lottare per una scusa qualsiasi, a volte si può decidere di stare in barca, tirando dentro i remi e affidando la sorte alla Sorte, oppure si può decidere di risalire la scogliera, ben sapendo che questo comporterà l'abbandono della barca, che proseguirà comunque le sue peripezie anche senza di noi.
Questo è il senso dell'abbandono, in una e cento delle sue manifestazioni.
Così vanno le cose del mondo, vanno con noi e senza di noi, mentre noi, senza di noi, non andiamo da nessuna parte.