venerdì 26 maggio 2017

Il moralismo degli altri.

In un programma di livello culturale adeguato alla maggioranza del popolo italico, "I pacchi", il conduttore, l'attore Fabio Insinna, ha apostrofato in modo poco educato una concorrente, durante un "fuori onda". 
La malasorte ha voluto che una "talpa" abbia fatto pervenire questo materiale della RAI a Mediaset, più precisamente a "Striscia la notizia", diretta da Antonio Ricci, noto programma pseudo giornalistico, basato su scandali e scandaletti, che possano far indignare i moralisti de noantri, sempre così severi cogli altri, quanto permissivi con sé stessi.
La cosa è, chiaramente, finita sui social, bacheca mediatica dell'idiozia umana nella sua peggiore manifestazione, ed è cominciata la lapidazione virtuale del reo da parte di una plebe che non avendo un Gesù che li invitasse a scagliare la prima pietra, ove fossero stati senza peccato, ha riversato sul malcapitato Insinna alcune tonnellate di materiale.
Dal tono di alcuni interventi che si sono letti in giro sull'argomento ben si percepisce la tipologia di moralismo che avvolge le nostre vite. È quello verso gli altri, che devono essere candidi, cioè come noi vorremmo essere e non siamo.
Non è una cosa di ora, sbattere il mostro in prima pagina per esporlo al pubblico ludibrio è pratica che la nostra società utilizza da tempo, forse anche da prima che io nascessi.
Potremmo parlare della relazione extraconiugale del povero Fausto Coppi, che fu infangato in tutti i modi possibili; potremmo rammentarci che Mina fu allontanata dalla RAI per un figlio avuto da nubile e tutta Italia era lì a puntare il dito invidioso per condannare.
Questo, che ci piaccia o meno, è il popolo italiano. Ricci lo sa perfettamente e sguazza dentro la volgarità di questo moralismo becero che abbraccia tutto, dalla politica, alla scienza, all'arte alla vita sociale.
Potremmo ricordare l'affettuoso "culona" riservato alla Merkel da Libero, oppure il tenero "Vecchia puttana" che un noto leader politico riservò alla fortunata Levi Montalcini: per tacere delle sfuriate di un noto politico e studioso d'arte.
Un imbarbarimento che ha avuto dei cattivi maestri, molti dei quali genrati dalla TV commerciale, che nel mare dello scontro in televisione ha fatto crescere una legione di personaggi volgari,
Tutti si sentono lesi, privati di qualcosa che non appartiene loro, ma è facciamo finta che. Tutti devono metter bocca anche in cose che non sanno e non capiscono, pur di manifestare coram populo il loro inutile e sciocco moralismo ipocrita.
Una società ben rappresentata da Orwell in 1984, ma che forse neppure lui avrebbe potuto immaginare così puntualmente realizzata.

2 commenti:

  1. Sono totalmente d'accordo con te. Su tutto. Non comprendo l'accanimento. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Nel privato troppa gente dice anche peggio di quanto ha detto lui (che comunque non giustifico), ma l'accanirsi di Striscia la notizia sappiamo bene che non ha in sè fame di giustizia, ma vendetta crudele (voglio ricordare l'episodio di Greggio e della sua evasione del fisco)... Rovinare una persona umanamente attraverso la gogna mediatica non è il passo verso un paese migliore e verso la vera giustizia.

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  2. Sono totalmente d'accordo con te. Su tutto. Non comprendo l'accanimento. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Nel privato troppa gente dice anche peggio di quanto ha detto lui (che comunque non giustifico), ma l'accanirsi di Striscia la notizia sappiamo bene che non ha in sè fame di giustizia, ma vendetta crudele (voglio ricordare l'episodio di Greggio e della sua evasione del fisco)... Rovinare una persona umanamente attraverso la gogna mediatica non è il passo verso un paese migliore e verso la vera giustizia.

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