La stampa, sempre attenta a tutto quello che può muovere le bassesfere del pettegolezzo, si è soffermatqa sullo scontro dell'aristocratica radical chic Boldrini, col fascista (ipse dixit) onesto e tribuno della plebe Di Battista.
I resoconti filmati dell'intervento di quest'ultimo nell'aula mostrano un demostene nostrano nel pieno svolgimento di una filippica, i cui contenuti sono pure condivisibili, se non fosse per l'aridità a cui l'invettiva porta se non è accompagnata da idee e atti conseguenti.
La tematica è sempre la stessa, chi non è con me è contro di me....e ci ricorda tempi bui per la nostra libertà, sia individuale che collettiva.
Il dito indice puntato, a significare lo scarico della responsabilità di essere complice paritario dei rei additati... come se bastasse individuare le criticità per assurgere al livello di risolutore delle tematiche.
Purtroppo non è così. Anche da noi la Cosa Pubblica è diventata un campo di calcio, nel senso stretto del termine e sugli spalti si accalcano orde di ultras pronti a sostenere il proprio idolo e a fischiare quello nemico, perchè di nemico si tratta.
Quindi assistiamo a una feccia osannante questo figuro.... perchè "gliele canta chiare".... come se fosse un merito. Il merito, semmai, arriva quando fai qualcosa che indichi una strada a tutti, anche a quelli diversi da te, ma non rientra nelle logiche culturali dei depositari della verità.
Dall'altra una statua di marmo, scolpita nel suo ruolo di difesa del diritto alla parola, tanto per ispirarsi manieristicamente a Voltaire.
Uno spettacolo degno solo di essere coperto dai conati di vomito.
Ennesima dimostrazione dell'inefficacia della democrazia, unico sistema che permette all'oligarchia al potere di convincere la maggioranza ignorante a consentirle di curare l'interesse collettivo, pacciando il proprio illecito arricchimento per Bene Comune.
Nessun commento:
Posta un commento