mercoledì 11 marzo 2015

Amore? Ma mi faccia il piacere!

Le ferite si rimarginano sempre, non sappiamo quanto tempo ci mettono, ma si rimarginano.... soprattutto quelle che fingiamo siano state provocate dai sentimenti passionali, quelle che ci fanno sentire autorizzati a comportarci da vittime, dissimulando con abilità meschina i panni del carnefice.
Ma tutto scorre e passa, come ci hanno insegnato i grandi padri del pensiero umano. Tutto passa, ma non è vero che non lascia traccia.
La terra mischiata all'acqua genera un tipo di composto che ti avvolge e penetra tutti i punti, anche quelli più remoti e lascia sempre una traccia di disagio, anche tempo dopo essere stato lavato via.
Perchè quello che non si attenua è il gusto di amaro che resta di fronte alle delusioni, agli inganni, ai racconti romanzati di protagonisti di quart'ordine dei più improbabili racconti che la storia della vita ci propone.
Poveri esseri, vittime della propria incapacità di dare corrette definizioni e collocamento nel bene o nel male delle passioni che agitano l'animo umano, condizione che li pone a gestire male, anzi malissimo quel poco di bene che è dato loro di esprimere.
Eppure la domanda è semplicissima, la passione è un bene o un male, e se è un bene, come può giustificare il male che viene fatto in suo nome?
Già, l'essere umano inneggia all'amore, come più alta espressione del genere, come chiave di volta della perpetuazione della specie, come supporto reciproco per superare i momenti di difficoltà.
Ma l'inganno e la menzogna sono dietro l'angolo, perchè in troppi equivocano il sentimento candido e altruista dell'amore con la passione, la carnalità e il possesso, il dominio, la prevaricazione dell'uno sull'altro. 
Tutti atteggiamenti passionali mirati alla sopraffazione dell'altro. Ma allora la domanda vera è: sono atteggiamenti positivi, benevoli o in nome dell'amore si può giustificare qualsiavoglia malefatta e scempio?
Rammentiamo che il delitto d'onore è stato depennato dal nostro codice penale negli anni 80. Un delitto non può essere annoverato fra gli atti positivi, ma al di là di questo, era dettato dall'orgoglio ferito o dalla cecità in cui le passioni inducono gli esseri umani?
E quanto può essere giustificabile il male che viene fatto in nome dell'amore? 
Può una persona sminuire in modo significativo il male fatto, adducendo la propria condizione di "innamorato" come assoluzione preventiva di qualsiasi efferatezza commessa?
Interviene in nostro aiuto la religione del perdono, che fa dire al proprio massimo esponente di perdonare 70 volte 7, ponendo una precisa misura oltre la quale la molestia diventa intollerabile.
Quindi abbiamo l'onere evangelico di perdonare 490 volte e dopo?
E dopo dovremo cominciare a educare coloro che non hanno capito nulla dei sentimenti, se non i bassi istinti a cui li induce la propria pancia, il sentimento cieco, egoista ed egocentrico, che pone sè stessi al centro dell'universo conosciuto, quasi a stabilire in tal modo la regola di priorità.
La verità, per quanto poco digeribile, è che le passioni sono male, anzi, sono Il Male, a meno che ciascuno non se le viva in assoluta e desolata solitudine.
D'altronde una buona educazione sentimentale non vi è mai stata e abbiamo imparato e insegnamo che amore è una cosa meravigliosa, lo scambio di due anime che si annullano per confluire insieme in una nuova unica entità.
Quindi abbiamo imparato e insegnato che amore è possesso, è acquisizione territoriale, è sottomissione dell'altro, è imposizione con ogni mezzo dei nostri desiderata, in ultima analisi è l'esaltazione della supremazia che riusciamo a imporre sull'oggetto delle nostre presunte e vantate attenzioni.
Che succede se l'incantesimo si rompe e l'amato bene si defila? Apriti cielo, si va in un territorio in cui è tutto consentito, in barba ai nobili sentimenti a cui ostinatamente affermiamo di fare riferimento.
E il tutto, con una particolare predisposizione all'umorismo paradossale, lo millantiamo per amore.
Quindi la nuova domanda è il sentimento è passione o pensiero?
Se il sentimento è passione, come abbiamo visto, colpisce alla cieca e ci fa commettere atti infami, indegni delle relazioni fra umani. E allora?
E allora anche i sentimenti che regolano le relazioni interpersonali sono soggetti allo stretto controllo del pensiero che non può e non deve mai abbandonare l'essere umano, pena il decadimento in un limo che tutto sporca e tutto uniforma.
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