Life is an endless succession of waves
You're happy and you're sad
And you don't appreciate the good times
Until you're in the bad
You wake up one morning - w -
And you're twice as unhappy
As you've ever been before in your life
You wake up, go to the window
And see smoke billowing across the lawn
You pick your feet up, drag yourself downstairs
And you're gone
You wake up one morning - w -
And you're twice as unhappy
As you've ever been before in your life
You wake up, look to your left
But you see no reassuring head
You stay in bed all day
At six o'clock you realise you're dead
W - Van de Graaf Generator
Siamo certi che in questa stanza ci stiamo tutti? Lo chiedo perchè la mia intelligenza occupa tantissimo spazio.
mercoledì 22 gennaio 2014
sabato 18 gennaio 2014
Dio è uno.
È vero, siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, pensiamo, o potremmo farlo; ragioniamo, o potremmo farlo: insomma, svolgiamo, o siamo in grado di svolgere una serie di attività che ci allontanano dal mondo animale, per trasformarci nel "trait d'union" col paradiso.
Probabilmente siamo noi l'anello mancante della scala che va dal naturale al divino, siamo la congiunzione sospesa, la parola quasi pronunciata, il respiro di Dio.
È possibile che in questa possibilità di usare o meno le peculiarità proprie dell'essere umano, risieda il "libero arbitrio": si può pensare, ma anche no.... si può ragionare, ma anche seguire la corrente.... insomma, il respiro di Dio non fa di ciascuno una rappresentazione divina.
venerdì 17 gennaio 2014
Ancora sulla musica
Si pensa che tutto sia scontato, che tutto sia scritto o detto o entrambi.....
Nulla è scritto e poco è detto sul sentire umano nel suo senso più profondo, quello che è regolato dalle norme che Madre Natura ha stabilito e i cui processi di effetto sono e restano da millenni avvolti nel mistero più fitto.
La sequenza causa effetto, quando si tratti di esseri umani e frequenze musicali, ha dei risvolti misteriosi, al limite dell'insondabile, fatto sta che frequenze messe in un determinato ordine hanno effetti che vanno dalla sensazione generica di benessere, all'accapponamento della pelle, all'incipienza delle lacrime di commozione.
Strano processo quello che provocano nelle persone quelle frequenze che conosciamo come melodia, o meglio come musica. La cosa assume aspetti particolarissimi se si pensa che le sensazioni provocate non sono le stesse, ma mutano da individuo a individuo.
Centenarie scuole di dietrologi hanno voluto imbastire ipotesi di caste sacerdotali a conoscenza di dati che non sono divulgati al popolo. Gelosi custodi delle metodologie di controllo di indicibili forze per piegare, plasmare e dirigere le masse e il loro pensiero nella direzione voluta.
Ovviamente, l'argomento è spinoso, con molti elementi a favore e molti contro, e nessuno in posizione tale da poter definire una certezza d'intervento.
Spicca fra gli elementi a favore dei dietrologi il dato storico che la composizione musicale sia stata oggetto delle attenzioni della Chiesa addirittura in un Concilio, quello di Trento, in cui furono regolamentate le norme di esecuzione del canto gregoriano, per eliminare le influenze che, piano piano, stavano contaminado la purezza della struttura originaria, sulla strada della nascente polifonia.
Al di là delle giustificazioni di facciata, l'intervento pone in grande evidenza la correlazione tra frequenze e anima, ove per anima non si intende certo il concetto dei padri della chiesa, ma qualcosa di più terreno, la capacità dell'essere umano di provare emozioni e, in alcuni casi, di esserci indotto.
In fondo questo è il grande mistero, il Paradiso potrebbe non essere dove ci hanno insegnato a credere.
mercoledì 1 gennaio 2014
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