Ieri è stata una giornata piena, senza un momento per respirare, musica chiacchiere e amicizia o qualcosa di simile a un suo simulacro.
Stanotte sono stato folgorato da un pensiero che dovrò sviluppare, anche se non so ancora che taglio dare allo svolgimento del tema, quello vero.
L'assunto è semplice, l'infelicità non è dignitosa, come non lo è il mancato rispetto del concetto di libertà, si tratta quindi di capire come sviluppare questi due concetti, semplici solo in apparenza.
Siamo tutti soggetti a quelli che Shakespeare chiamava "gli strali di un'avversa fortuna " che ci ha lasciato segni e cicatrici. Siamo contenti di quello che siamo? Non saprei, forse si e, comunque, c'è una sola soluzione al non essere contenti, sopprimersi.
La nostra strada è stata tracciata anni fa e l'intricato intreccio di bivii attraversati, ne costituisce l'ossatura.
Questo siamo.
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