"Un altro giorno" è la categoria che ricorre più frequentemente nelle nostre esili vite, con una cadenza almeno quotidiana.
Oggi è un altro giorno rispetto a ieri e anche rispetto a domani, ma anche domani è un altro giorno....e così le nostre giornate scorrono e si riempiono di inutili comparazioni e attese di futuri migliori, ma migliori rispetto a cosa?
Al''oggi? Be' probabilmente sì, perchè se "del doman non v'è certezza", figuriamoci del dopodomani, quindi l'unico metro che abbiamo è il presente e persino il passato, almeno in taluni casi.
E poi siamo sicuri che le nostre città siano grandi abbastanza per contenere tutti noi col nostro corredo di dubbi, per tacere delle incertezze e delle cazzate che, con pervicacia inattesa alle menti più illuminate, ostinatamente proferiamo con imbarazzante periodicità quotidiana?
E se non lo fossero (grandi abbastanza) cosa dovremmo fare? perseguire un'ottimizzazione e recupero degli spazi vitali, affidandoci ad architetti del tempo e ingegneri dell'archiviazione delle speranze?
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