Lo avevo studiato per molto tempo, non era facile, ma non impossibile, se ben organizzato.
La gioielleria era in un quartiere popolare, con collegamenti articolati, che garantivano eccellenti vie di fuga, l'orario quello di chiusura, è una scelta obbligata, il moento in cui ci sono i soldi in cassa e quello in cui l'attenzione cala un poco, a causa della giornata lavorativa appena passata.
Eravamo in tre, io e Carlo, incaricati del prelievo e Gianni che si sarebbe occupato di procurare l'auto e portarci via di lì con le borse piene.
Era arrivato il giorno, Gianni si presenta con una Panda.
Una Panda? ma stiamo scherzando? e dove è finita quella bella tradizione in cui ci si presentava al lavoro con delle Alfa Romeo, o delle BMW o delle Mercedes? Una Panda, segno della decadenza dei tempi e degli antifurto sempre più sofisticati, che rendono il lavoro complicato.
Partiamo, nessuno parla, tutti rivediamo con la mente il piano prestabilito e ci avviciniamo al luogo del colpo.
Eccola lì, sono le sette e venticinque, ci siamo, guardo Carlo, insieme scambiamo un'occhiata d'intesa con Gianni, controlliamo le armi e via, si va in scena.
Suono il campanello, l'orefice, un omino sorridente, anziano mi guarda e decide di aprire la porta all'ultima possibile vendita della giornata, sarà una passeggiata.
Apro la porta e Carlo irrompe subitro dietro di me con la pistola spianata, anche nella mia mano compare una SIG come per incanto, grido all'ometto gentile e anziano di mettere i soldi e i gioielli nella borsa che appoggio sul bancone.
Carlo è oltremodo agitato dallo spavento che esterna la signora, certamente la moglie del nostro gioielliere, le agita la canna brunita sotto il naso, intimandole di tacere e stare buona, ma quella urla..... parte un colpo, che per fortuna non colpisce nessuno, ma la signora, a quel punto, strilla come un maiale al mattatoio, è evidentemente terrorizzata..
Urlo qualcosa a Carlo, senza rendermi conto che qualcosa si è magicamente materializzata nelle mani del gentile e anziano omino, un qualcosa che emette una fiammata nella mia direzione e mi sposta di un metro,,,, non ho tempo, né forze per reagire Un'altra fiammata nella direzione di Carlo che guadagna la porta e scompare dalla mia vista, mentre io cado in ginocchio e poi a terra, sdraiato senza più forze, mentre tutto si spegne.
Non era questo il colpo che doveva andare a segno, almeno non lo era nella mia mente.
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