lunedì 26 giugno 2017

"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E' l'invasione degli imbecilli". (Umberto Eco)

E infine, l'aristocrazia intellettuale si rese conto del danno che era insito nel progetto "democrazia", ma solo quando il tempo dei rimedi era trascorso. 
Avere improvvidamente concesso libertà di parola e di pensiero a chi non era in grado di elaborare e articolare né l'una né l'altro, aveva portato al baratro che era secondo solo a quello a cui aveva condotto un'economia avida e senza testa.
Un esempio nefasto a cui può condurre solo l'assenza di capacità progettuale di lungo respiro, che porta a soluzioni ispirate a una faciloneria di maniera, divenuta paradigma programmatico di troppa pessima politica.
Il quadro è desolante, specie se considerato nella consapevolezza che niente sarà come prima e che è inimmaginabile il percorso a cui questa insipienza ci condurrà.
Coloro che ripongono speranza in populisti rabberciati il cui impegno progettuale più significativo e di larghe vedute, può condurre alla scelta del film della serata, si rassegnino, non si esce dal labirinto senza il filo di Arianna e tale filo va tessuto con pazienza e umiltà, cosa che manca a ogni maggioranza.
Se la storia ci ha portato un insegnamento, come il buon Gramsci sosteneva, questo è che il popolo è nemico di sé stesso e della sua stessa nazione. Il popolo può indicare una strada sul filo di concetti di massima, poi sta all'aristocrazia intellettuale trovare i modi migliori per perseguire l'obiettivo generale e  ricondurlo a soluzioni adatte allo specifico. Rincorrere il favore popolare su singoli temi porta al caos che tutti viviamo.



domenica 18 giugno 2017

E poi ci sono quelli che

Quelli che i migranti e i 35 euro,
quelli che il bonus bebè dato a tutti,
quelli che il reddito di cittadinanza,
quelli che riducono le tasse,
quelli che no allo ius solis, italiani si nasce,
quelli che la difesa è sempre legittima,
quelli che la polizia non ha mezzi,
quelli che mettiamo le tasse sui consumi
quelli che lo dice la scienza
quelli che la scuola è al primo posto
quelli che gli statali non hanno il contratto rinnovato
quelli che rimpatriamo i clandestini,
quelli che la costituzione è sacra,
quelli che si tagliano gli stipendi
quelli che la certezza della pena,
quelli che e allora il PD, o FI, o 5S, ecc. ecc.
quelli che il governo che fa?
quelli che bel altri sono i problemi
quelli che dormono nelle auto,
quelli che non arrivano a fine mese,
quelli che la mafia non esiste,
quelli che vohliono il lavoro sotto casa,
quelli che servono lo stato,
quelli che non servono a niente,
quelli che si suicidano per la crisi,
quelli che equitalia va chiusa
quelli che non pagano le tasse,
quelli che cosa votavi fino a ieri?
quelli che sono tutti ladri,
quelli che sono honesti,
quelli che il ministro non ha la laurea,
quelli che non hanno mai colpa,
quelli che hanno sempre ragione specie quando hanno torto,
quelli che i terremotati non se li ricorda nessuno.


da continuare.

sabato 17 giugno 2017

Il colpo a segno

Lo avevo studiato per molto tempo, non era facile, ma non impossibile, se ben organizzato.
La gioielleria era in un quartiere popolare, con collegamenti articolati, che garantivano eccellenti vie di fuga, l'orario quello di chiusura, è una scelta obbligata, il moento in cui ci sono i soldi in cassa e quello in cui l'attenzione cala un poco, a causa della giornata lavorativa appena passata.
Eravamo in tre, io e Carlo, incaricati del prelievo e Gianni che si sarebbe occupato di procurare l'auto e portarci via di lì con le borse piene.
Era arrivato il giorno, Gianni si presenta con una Panda.
Una Panda? ma stiamo scherzando? e dove è finita quella bella tradizione in cui ci si presentava al lavoro con delle Alfa Romeo, o delle BMW o delle Mercedes? Una Panda, segno della decadenza dei tempi e degli antifurto sempre più sofisticati, che rendono il lavoro complicato.
Partiamo, nessuno parla, tutti rivediamo con la mente il piano prestabilito e ci avviciniamo al luogo del colpo.
Eccola lì, sono le sette e venticinque, ci siamo, guardo Carlo, insieme scambiamo un'occhiata d'intesa con Gianni, controlliamo le armi e via, si va in scena. 
Suono il campanello, l'orefice, un omino sorridente, anziano mi guarda e decide di aprire la porta all'ultima possibile vendita della giornata, sarà una passeggiata. 
Apro la porta e Carlo irrompe subitro dietro di me con la pistola spianata, anche nella mia mano compare una SIG come per incanto, grido all'ometto gentile e anziano di mettere i soldi e i gioielli nella borsa che appoggio sul bancone.
Carlo è oltremodo agitato dallo spavento che esterna la signora, certamente la moglie del nostro gioielliere, le agita la canna brunita sotto il naso, intimandole di tacere e stare buona, ma quella urla..... parte un colpo, che per fortuna non colpisce nessuno, ma la signora, a quel punto, strilla come un maiale al mattatoio, è evidentemente terrorizzata..
Urlo qualcosa a Carlo, senza rendermi conto che qualcosa si è magicamente materializzata nelle mani del gentile e anziano omino, un qualcosa che emette una fiammata nella mia direzione e mi sposta di un metro,,,, non ho tempo, né forze per reagire  Un'altra fiammata nella direzione di Carlo che guadagna la porta e scompare dalla mia vista, mentre io cado in ginocchio e poi a terra, sdraiato senza più forze, mentre tutto si spegne.
Non era questo il colpo che doveva andare a segno, almeno non lo era nella mia mente.