venerdì 18 novembre 2016

L'altro che capita

John Lennon ebbe a dire che la vita è quello che succede, mentre sei impegnato a fare altro.
Per quanto paradossale, l'affermazione si porta dietro il corollario che è impossibile vivere la vita, poiché si suppone che sempre si stia facendo altro. 
Ne consegue che la non-vita domina le nostre esperienze, mentre la vita si approfitta delle nostre distrazioni per scorrere tranquilla, senza intralci di alcuna natura
Per dirla con un francesismo, la vita è proprio una stronza.

domenica 13 novembre 2016

Elezioni U.S.A.

Doveva vincere Hilary, una donna alla Casa Bianca. ma... the Lady is a Trump

La corte del re Fripp

Ci sono cose che muovono le corde più profonde del cuore.
Per quanto mi riguarda, pensavo che questo privilegio, o presunto tale, fosse appannaggio esclusivo di Mr. Hammill, sia da solo che col solido e immarcescibile gruppo.
Si può, quindi, immaginare la meraviglia nello scoprire come i quarant'anni e passa di musica, prodotta  Mr. Fripp e allegra brigata Cremisi, abbiano minato profondamente la mia sicurezza.
Vero che il signor Fripp non è così prolifico come lo è stato il genio del Generatore, ma dalla sua può vantare un atteggiamento che ha sempre privilegiato l'espressionismo artistico, avvicinandosi più a un principio jazzistico, che non ai dogmi del rock e la sua coerenza parla attraverso una discografia ricchissima di "live album" contenenti brani più che conosciuti, di volta in volta trasformati in qualcosa di diverso, se non negli enunciati, nell'animo di chi lo suona e di chi lo ascolta.
Allo stesso tempo, la filosofia del Re si è andata orientando verso un'impostazione da esecutori di musica classica, per cui i brani, pur subendo i necessari e inevitabili aggiornamenti delle riesecuzioni, mantengono fedele le linee più note che li hanno indissolubilmente legati agli ascoltatori più fedeli.
Gran bel lavoro, con un organico bizzarro, quanto bizzarro ha saputo e sa essere Mr. Fripp, da quando lo abbiamo incontrato, più o meno casualmente, per la prima volta.
Tutti i musicisti del progetto sono degni di nota e nessuno in particolare prevale, dando forma e sostanza al pensiero Crimsoniano che il gruppo sia l'entità che conta, i singoli sono solo modesti (ma non troppo) comprimari.
E così apprezziamo un rinato Mel Collins, con tutte le sua ance e i suoi flauti; l'inaspettato Jakko Jakszyk, britannico a dispetto del patronimico, che copre bene le parti di seconda chitarra e quelle vocali (compito, quest0ultimo, tutt'altro che semplice dato che i predecessori si chiamavano Lake, Wetton e Belew); Un gigantesco Tony Levin a stelle e strisce con basso contrabbasso e Chapman stick, che ha sostenuto tutte le sue parti con puntuale precisione e creatività.
Le pelli sono state battute da tre ottimi soggetti; Gavin Harrison, che ha avuto il ruolo di accompagnato principale in gran parte del programma; Pat Mastellotto che ha curato le parti più specificatamente percussive e gli scambi più "brufordiani" con una tecnica che tanto da vicino ricorda Steve Gadd; in ultimo, ma non da meno, Jeremy Stacey che ha brillato nelle parti di piano e tastiera (montata di fianco alla sua batteria), senza tralasciare importanti interventi percussivi, quando l'altro ruolo glielo abbia permesso.
Alla fine, il gigante, il demiurgo, il pensiero stesso del gruppo e della musica, mr. Robert Fripp, su cui troppe parole sono state spese, senza che una sola di esse riuscisse a descriverne in modo compiuto la capacità compositiva e organizzativa, esecutiva e interpretativa.
Una formazione da sogno per un concerto che ha mosso l'anima.

domenica 6 novembre 2016

I tempi cambiano

"È così, i tempi cambiano" disse il penitente informatico col silicio.

La caduta

La caduta è libera quando si può esprimere senza limitazione alcuna.
Stile si occupava dell'abbinamento dei tessuti e dei colori, ma anche del taglio e della forma.
La caduta di Stile sembrò uno scherzo del destino.

sabato 5 novembre 2016

Il mattino.

Il mattino ha loro in bocca e li mastica con pazienza certosina.

martedì 1 novembre 2016

Bastano le scuse?

Enza Blundo è una senatrice della Repubblica, cioè un alto rappresentante del nostro Parlamento.
Il triste giorno del terremoto che ha colpito Norcia, l'eroica rappresentante lancia una nota teoria complottista (Bufala) sui social network con questa frase: "Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1! Ancora menzogne per interessi economici del governo".
La Blundo senza macchia e senza paura, non sa che il decreto pensato da Monti nel 2012, che creava scaglioni di rimborso dei danni subiti a seconda dell'etità della scossa, non passò, ma pare che l'ignoranza abbia ora trovato cittadinanza anche fra gli "honesti", mentre prima era esclusivo appannaggio dei vari Scilipoti e Razzi.
Non contenta della vergognosa menzogna (divulgata con honestà), la Nostra ha cercato di farsi bella correggendo il post nel modo seguente: "Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1! Quello che mi preoccupa è la finzione mediatica, perché può fare danni maggiori del sisma stesso! Massima solidarietà e vicinanza per tutti coloro che sono stati danneggiati", in cui sparivano "gli interessi economici del governo".
Alla fine, di fronte a tanta frittata, la Blundo pubblica le sue scuse: "Chiedo scusa a tutti per le dichiarazioni scritte questa mattina. Sono state parole dettate dall’emotività che può coglierci in alcuni momenti di particolare tensione e sconforto in relazione, tra l’altro, ad esperienze vissute. Il lavoro da fare e’ tanto, spero che da domani si possa passare ad altro".
Grillo, se fosse stato nei suoi panni storici di grande comico, avrebbe urlato "Scusa"?
Delle banali scuse ed è tutto finito? La malafede è da dimenticare quanto prima, per passare ad altro?
I gruppi parlamentari hanno inscenato una timida dissociazione, adducendo la solita noiosa litania del tutti posso sbagliare. No, miei cari signori e signore, non  tutti possono, in particolar modo quelli che fanno della questione morale la loro unica grande bandiera.
Il nemico (politico) non va colpito a qualunque costo con la menzogna e la calunnia, il nemico (politico) fornisce da solo grandi occasioni di critica, senza bisogno che si cerchi di trovare il fango sotto le macerie delle zone disastrate.
Da un partito che si autodefinisce "honesto" mi sarei aspettato una forte reprimenda e una censura esemplare di fronte a comportamenti che nulla hanno a che vedere col ruolo istituzionale che si è chiamati a ricoprire.
Non c'è stato, succede quando l'unica qualità vantata è l'onestà e il complottismo dietrologico di bassissima lega.