Penso di poterlo dire a cuor leggero, siamo stati fortunati, abbiamo avuto una formazione invidiabile, elitaria, ma invidiabile. Abbiamo incontrato un periodo di creatività che non ha eguali nella storia dell'Uomo.
Tutto ha deposto a nostro favore, la musica, la cinematografia, il teatro, la pittura e la scultura.
Aveva azzeccato un bel titolo Mario Capanna, nel presentare il suo libro "Formidabili quegli anni" Già, formidabili perchè facevano paura. Perchè c'era il rischio dello sconvolgimento del mondo
Il nostro torto? Quello di convincerci che non fosse elitaria (che brutta parola) ma che tutti avesero assorbito quegli insegnamenti e ne avessimo fatto tesoro, come noi avevamo fatto.
Una leggerezza nella valutazione che ha consentito di distruggere una generazione.
Volevamo e potevamo cambiare il mondo, ma eravamo pochi, troppo pochi, siamo stati tratti in inganno dalle piazze, dal convincimento che le classi proletarie avessero ben chiaro il progetto e il cammino da percorrere.
Non avevano capito un cazzo, o non eravamo stati capaci di parlare un linguaggio comprensibile, o banalmente il proletariato è un'entità conservatrice che, avendo meno, lotta con tutte le sue forze e cerca di ghermire con avidità ogni singola microscopica briciola che lo avvicina al suo ideale di benessere che è quello imposto da chi combattono (o fanno finta di combattere).
È stato fuorviante, ma è l'opera sublime che il riflusso degli anni 80 ha messo a punto, ha affascinato le masse e le indotte a bersi Milano, le ha convinte che la vera equità sociale è avere l'automobile dei ricchi, la barca dei ricchi, la vacanza dei ricchi, insomma l'ugualianza è aspirare a quel mondo.
L'incapacità critica di vedere il tranello, ha fatto il resto. Alle falci e ai martelli si sono sostituiti i simboli di una pseudo "terra di libertà" chiamata impropriamente Padania, o hanno preso il sopravvento i "forconi".
L'errore di credere che il mondo dell'oppressore fosse emendabile e spendibile in un allargamento dello stato del benessere egualitario agli alti livelli, ha dato il colpo di grazia a un progetto che richiedeva tempo e lavoro, ma, soprattutto di non sognare a occhi aperti.
Questo era il compito che spettava alle "avanguardie", questo era il compito che è stato abbandonato a favore di una scorciatoia che sembrava più facilmente percorribile e che, purtroppo, era tutt'altro che facile e tutt'altro che percorribile.
Ma non possiamo che essere contenti di essere vissuti in quel periodo di forti tensioni creative, in cui le forme d'arte popolare e elitaria hanno conosciuto vette paragonabili solo al Rinascimento.
Inoltre, non ci sono state guerre, i nemici non erano lontani, erano nascosti nelle pieghe del Potere e mettevano bombe, facevano attentati contro inermi e uccidevano politici.
"Servizi deviati" li chiamavano.
Non sapremo mai se erano deviati davvero e soprattutto, da chi erano deviati. Sta di fatto che il nemico erano i pezzi dello Stato che si accaniva contro i cittadini per riportarli al comodo rango di sudditi, come prima della guerra mondiale.
Le avanguardie non hanno saputo combattere ad armi pari con quel nemico e invece di organizzare le classi povere per la spallata definitiva, hanno preferito tergiversare e dare modo al potere di riorganizzarsi. E da lì è stato tutto un declino, ma non possiamo lagnarci. Non tutti i sogni si realizzano.
Ora sono cambiati i paradigmi, ora non abbiamo più movimenti attenti al sociale, abbiamo un arco di rappresentanza che è diventato un segmento di linea retta, abbiamo partiti e movimenti razzisti, classisti, con progetti di destra ultraconservatrice. Abbiamo movimenti ispirati al fascismo che si dichiarano oltre, abbiamo movimenti forcaioli che si dichiarano rappresentanti delle persone perbene. questo abbiamo adesso e l'arte fa schifo.
Ci sarà una correlazione.