lunedì 5 gennaio 2015

Pino Daniele

Pino Daniele..... lo avevo incontrato a Lucca, dove si esibiva davanti a qualche centinaio di persone, nel 1980, quando l'onda napoletana stava conquistando con fatica e duro lavoro, i favori del pubblico giovane.
Era stato per breve tempo (1978) il bassista di un gruppo che avevo molto apprezzato, Napoli Centrale, nel frattempo aveva fatto qualche canzoncina con delle intonazioni un po' blues, un po' jazz e si era messo a fare il cantante solista, con una voce molto particolare, ai limiti dell'afonia (per non dire della sgradevolezza), ma questo era..... aveva ragione lui e stranamente, aveva incontrato il successo di pubblico e non solo di quello partenopeo.
In realtà due, tre dischi di buona fattura, forse li ha realizzati, poi anche lui, come gli Stones (e come moltissimi altri) ha cantato per anni la stessa canzone, sempre uguale a sé stessa, sempre uguale a sè stesso, senza portare nulla di nuovo a quel sentiero che aveva coraggiosamente (ma forse casualmente) cominciato a tracciare, in un momento in cui il punk trionfava..... un promettente avvenire scioltosi in una noia mortale.....
Ma è ovvio che in un mondo di ciechi un guercio faccia un figurone e così il nostro ha avuto i suoi momenti di gloria anche strumentale, affiancandosi a Metheny, Yellow Jackets e compagnia cantante, così com'è ovvio che nell'industrializzazione della musica sia il pubblico e il denaro che porta (ac pecunia ferentes), a decretare la bontà, o meno di un artista, con un salto di paradigma inquietante, legato non più alla produzione artistica, ma alla quantità delle vendite....e in questo caso, il successo clamoroso di "artisti" come Biagio Antonacci e Gigi D'Alessio, la dice lunga.
R.i.p. Pino onesto musicista e ottimo artigiano.

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