domenica 28 dicembre 2014

Chiedere

Batù era solito affermare, in modo un po' avventato, che chiedere è lecito e che rispondere è cortesia, senza tenere conto che la moderazione appartiene alla categoria delle virtù e serve principalmente per non esagerare.
Una volta che si trovò di fronte a un Maestro, chiese: "Quante volte è lecito importunare il prossimo chiedendo, sette volte?" Il Maestro rispose, in modo laconico, "non sette, ma settanta volte sette".....è così che i cattivi Maestri rovinano l'umanità, facendo passare il concetto che le nostre esigenze siano prioritarie anche quando si tratti di ottenere soddisfazione a danno di altri.
Già, gli altri, che strano concetto il rispetto per gli altri.... in fondo, chiedere è lecito.

venerdì 26 dicembre 2014

I cavalieri erranti.

Solo i numerosissimi errori commessi dai cavalieri erranti ne decretarono la scomparsa, non fu un clamoroso caso politico, come quello ben più triste di Jacques de Molay, solo distrazione, incuranza e comportamenti talmente superficiali da azzardare l'ipotesi che la Corporazione dei Cavalieri Erranti sia stata istituita a bella posta, al fine di concentrare la tipologia dei cavalieri cretini in un'unica grande congregazione, da non dover eliminare se non con la metodologia dell'autodistruzione che, in questo caso, come la storia ci ha testimoniato, ha funzionato benissimo.
Ciononostante, il mito del cavaliere errante è stato decantato nella letteratura europea con una visione romantica ante-litteram, quasi a significare il prevalere del fascino di questa figura il cui aspetto errabondo dominava rispetto a quello più semplicemente errante.
Il girovagare senza meta né posa di questi soggetti, dovuto esclusivamente alla poca chiarezza di idee e alla povertà dell'apparato intellettivo, venne invece attribuito, con un geniale colpo di mano culturale nell'ambito della correttezza interpretativa, alla spasmodica ricerca di situazioni, che le ingiustizie avevano sparso un po' ovunque, ove l'eroe potesse dare mostra del suo coraggio e della sua dedizione alla nobile causa del trionfo del Bene.
Compito, quindi, del cavaliere divenne, almeno nella teoria, quello di cercare il rifugio dove il Bene avrebbe dovuto penetrare per sconfiggere il Male e, dando sfoggio della propria abilità nelle armi, della propria arguzia strategica, risolvere ogni dramma mediante la soppressione del Cattivo, consentendo così il trionfo della Gioia.
Queste scialbe, quanto mitiche figure hanno popolato l'immaginario di scrittori e poeti, nonché animato la fantasia popolare per interi secoli, ritardando in modo colpevole il normale sviluppo di una società in cui la cavalleria era divenuta un inutile orpello.
La propensione alla scarsa capacità di valutazione e, quindi, all'errore, ha giocato per un buon periodo di tempo a favore di quanti vedevano nei cavalieri un sogno da proporre al popolino, ai fini esclusivi di mantenere le mani libere nell'uso e gestione del Bene collettivo.

giovedì 11 dicembre 2014

Capire

Ci sono momenti in cui capire è problematico, potrei capire se ci fosse qualcosa da capire, ma se non c'è niente da capire, non capisco cosa dovrei capire..... capire il niente è incomprensibile.

mercoledì 10 dicembre 2014

Dubbio

E quando sembra che sia il momento di entrare, occorre uscire per sincerarsi che il rientro sia possibile e opportuno, perchè niente è così difficile come entrare quando si sia già dentro.
Per entrare occorre essere fuori, chi non lo è, rimane tagliato fuori..... perchè spesso il fuori è tagliente, affilato come lama fatta apposta per correre sul filo del rasoio del dubbio.
Non si può vivere nel dubbio, tantomeno si può vivere col dubbio e nemmeno si può a Cabot Cove.

Vita di genere

Recenti studi del MIT hanno delineato nuovi orizzonti per spiegare come la vita umana femminile si protragga ben più di quella maschile.
In particolare lo studioso italiano M.B. ha messo a punto una teoria che pare fornire una risposta adeguata al fenomeno: "È un fatto innegabile che le donne vivano più degli uomini e la motivazione è da ricercare nel fatto che non prendono moglie"

sabato 6 dicembre 2014

La mafia nera.

Lascio la moto nel parcheggio vicino a Media World, un parcheggiatore abusivo si avvicina e mi chiede dei soldi per "guardarmi" la moto. 
Gli dico che la può guardare gratis, dato che la moto è mia...... lui (forse) non capisce la battuta e va avanti nel discorso, informandomi che potrebbe capitare "qualcosa" alla mia moto se lui non la "guarda"..... 
Gli sorrido e lo informo che se capita "qualcosa" alla mia moto, io lo conosco, lo cerco, lo trovo e gli rompo le ossa a bastonate, dato che abbiamo scelto la via della cauta diplomazia....
La domanda principale, a questo punto è: sono sa considerare razzista, dal momento che il parcheggiatore abusivo è un nero, presumibilmente senegalese e probabimente clandestino?
La tentata vessazione, per non chiamarla estorsione, merita il biasimo e la punizione solo quando sia perpetrata da bianchi?  O possiamo tranquillamente biasimare questi volenterosi ragazzi neri, che si avviano a una brillante carriera nel business dell'estorsione? E di più: è lecito considerare questo genere di richieste al pari del "pizzo" che ha fatto la fortuna di tante "onorate società", oppure dobbiamo classificarla al pari di un'elemosina obbligatoria, perchè il poveretto deve pur mangiare?
Ma viene allora da chiedersi, è certamente giusto che tutti abbiano il loro boccone di pane per sfamarsi quotidianamente, ma la strada del procacciamento del cibo dev'essere lastricata di minacce e ricatti?

E se lui, questo "persuasore" con tecniche di tendenza "mafioseggiante", che prescindono dal colore della pelle, della sua pelle, si avvia lentamente ma inesorabilmente nel tracciato che abitualmente seguono i nostri "picciotti", fanno bene i mafiosi nostrani italiani a incazzarsi con gli immigrati clandestini che rubano loro il lavoro, o la legge di mercato deve abolire questi privilegi di nicchia ingiusti e dare spazio a una sana concorrenza meritocratica anche negli ambiti di attività che non siano regolamentati da leggi dello stato?
Come vediamo, una semplice richiesta di riscatto, in cambio della restituzione della moto senza nemmeno un graffio, apre la porta a innumerevoli quesiti, senza scendere per forza nel terreno insopportabile del razzismo, ma senza nemmeno trovare scuse a questo genere di persone, di cui potrei fare tranquillamente a meno, a prescindere dal colore della pelle.

A proposito, al mio ritorno la moto non aveva neppure un graffio..... forse è stata "guardata" gratis.

P:S: - Forse è un racconto di pura fantasia, che vuole gettare benzina sul fuoco dell'intolleranza razziale e alimentare la guerra tra poveri che si è generata nella nostra gustosissima nazione..... quindi, ogni riferimento a mafiosi più o meno di colore, realmente esistenti potrebbe essere da considerare puramente voluto.