Lascio la moto nel parcheggio vicino a Media World, un parcheggiatore abusivo si avvicina e mi chiede dei soldi per "guardarmi" la moto.
Gli dico che la può guardare gratis, dato che la moto è mia...... lui (forse) non capisce la battuta e va avanti nel discorso, informandomi che potrebbe capitare "qualcosa" alla mia moto se lui non la "guarda".....
Gli sorrido e lo informo che se capita "qualcosa" alla mia moto, io lo conosco, lo cerco, lo trovo e gli rompo le ossa a bastonate, dato che abbiamo scelto la via della cauta diplomazia....
La domanda principale, a questo punto è: sono sa considerare razzista, dal momento che il parcheggiatore abusivo è un nero, presumibilmente senegalese e probabimente clandestino?
La tentata vessazione, per non chiamarla estorsione, merita il biasimo e la punizione solo quando sia perpetrata da bianchi? O possiamo tranquillamente biasimare questi volenterosi ragazzi neri, che si avviano a una brillante carriera nel business dell'estorsione? E di più: è lecito considerare questo genere di richieste al pari del "pizzo" che ha fatto la fortuna di tante "onorate società", oppure dobbiamo classificarla al pari di un'elemosina obbligatoria, perchè il poveretto deve pur mangiare?
Ma viene allora da chiedersi, è certamente giusto che tutti abbiano il loro boccone di pane per sfamarsi quotidianamente, ma la strada del procacciamento del cibo dev'essere lastricata di minacce e ricatti?
E se lui, questo "persuasore" con tecniche di tendenza "mafioseggiante", che prescindono dal colore della pelle, della sua pelle, si avvia lentamente ma inesorabilmente nel tracciato che abitualmente seguono i nostri "picciotti", fanno bene i mafiosi nostrani italiani a incazzarsi con gli immigrati clandestini che rubano loro il lavoro, o la legge di mercato deve abolire questi privilegi di nicchia ingiusti e dare spazio a una sana concorrenza meritocratica anche negli ambiti di attività che non siano regolamentati da leggi dello stato?
Come vediamo, una semplice richiesta di riscatto, in cambio della restituzione della moto senza nemmeno un graffio, apre la porta a innumerevoli quesiti, senza scendere per forza nel terreno insopportabile del razzismo, ma senza nemmeno trovare scuse a questo genere di persone, di cui potrei fare tranquillamente a meno, a prescindere dal colore della pelle.
A proposito, al mio ritorno la moto non aveva neppure un graffio..... forse è stata "guardata" gratis.
P:S: - Forse è un racconto di pura fantasia, che vuole gettare benzina sul fuoco dell'intolleranza razziale e alimentare la guerra tra poveri che si è generata nella nostra gustosissima nazione..... quindi, ogni riferimento a mafiosi più o meno di colore, realmente esistenti potrebbe essere da considerare puramente voluto.