Il termine intelligenza è abusato, oltremodo abusato.
Peraltro, spesso a sproposito.
Non esiste, infatti, un'esatta definizione condivisa del lemma e questo è già il primo insormontabile punto.
I dotti, medici e sapienti, potranno obiettare che il vangelo è, in questi casi, costituito dal vocabolario della lingua italiana. Come dare torto a cotanta dimostrazione di lungimirante acume intellettuale?
Il fatto è che l'accezione comune, non ha attinenza alcuna con quanto definito e decretato nei lussuosi salotti dove gli accademici si nutrono di crusca, ma spesso differisce anche in modo significativo.
L'accumulo di nozioni è spesso scambiato per cultura, che in qualche modo si trova a essere affine all'intelligenza, Ma non rappresenta, ahinoi, né l'una né l'altra.
La tirannia del concetto enciclopedico di illuministica memoria tarda a morire nell'immaginario del popolo nato dalla rivoluzione francese, che continua a pascersi di quiz e inutilità..
Questo il fatto. Si tratta ora di stabilire se ci possano essere soluzioni e quali tempistiche queste possano avere.