La certezza, dicevamo, è flebile e si lascia con frequenza soppiantare dai sentimenti rettili, quelli che strisciano e inoculano il veleno del dubbio, del timore, quando non della paura, veleno che spesso agisce su livelli neurologici, come il curaro.
La paralisi che consegue la defezione delle certezze, ha aspetti simili al crollo di una diga, che altri vollero considerare simile al sorriso di una devastata ragazza romana, accostamento quanto meno azzardato.
L'irrobustimento delle certezze, a discapito dei timori, passa per lo stretto sentiero della consapevolezza, dal quale è facile precipitare, per non tornare più.
Chi sopravvive, difficilmente sarà preda una seconda volta delle infide azioni che i procacciatori di veleno creano ogni giorno.