È sempre solo questione di istanti, dopo niente è come prima, la diversità sta nello scorrere dell'attimo, che non fugge, contrariamente a quanto si pensi.
L'attimo è un attimo, un istante, una frazione di tempo, l'unità di misura del cambiamento e il cambiamento, come dice il termine stesso, porta variazioni nella sostanza e (talvolta) anche nell'aspetto, nella forma.
L'attimo prima dell'attimo dopo è talmente diverso che il prima resta solo nel ricordo, per quanto anche il ricordo sia memorizzazione di attimi e, quindi, suscettibile di variazioni fra prima e dopo.
Insomma nell'eterno cambiamento delle cose, fra il prima e il dopo l'attimo è la congiunzione, per quanto possa sembrare contradditorio attribuire a un cambiamento, cioè a una separazione netta fra prima e dopo, l'appellativo di congiunzione, d'altronde, ognuno ha il suo carico da portare e quello della contraddizione in termini appartiene sia alle congiunzioni che agli istanti.
(da "Sembrava un blocco intestinale" cap. 2)