Ci corre l'obbligo di rivalutare quei geni di Magnus & Bunker che, in tempi assolutamente lontani, avevano percepito e preannunciato l'arrivo di un supereroe anomalo, che sovvertiva il paradigma a cui ci avevano abituato i suoi predecessori, quelli che spendevano la propria esistenza curando la difesa dei più deboli.
Lui no, lui depredava i poveri per donare ai ricchi ed era (probabilmente) per questo motivo che si era meritato quel nomignolo, un povero ubriacone che non aveva capito il mondo e si adoperava nel modo sbagliato, sotto l'influenza nebbiosa dei fumi dell'alcool.

Questa l'intuizione, ma chi mai avrebbe potuto immaginare nel '71 che quel supereroe si sarebbe incarnato nella realtà politica italiana e avrebbe addirittura conquistato forti posizioni di potere? Nessuno, chiaramente nessuno.
Nella logica delle cose c'è che i più deboli e poveri comprendano che la loro salvaguardia è appesa alla loro capacità di unire le forze e arginare, per quanto possibile, lo strapotere della classe più ricca e potente.
Be', disilludiamoci, quello che è accaduto col libero e democratico voto degli italiani, non ha spiegazioni se non nell'autolesionismo di cui avevamo apprezzato le caratteristiche nell'arguto libello "Il Discorso sulla servitù volontaria" (Discours de la servitude volontaire o Contr'un) del mai troppo apprezzato Étienne de La Boétie, che intorno alla metà del 1500 aveva intuito il nocciolo di un pensiero che fu poi ripreso dai padri del pensiero anarchico e non solo..
« Vorrei solo riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte, sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato. Da dove ha potuto prendere tanti occhi per spiarvi se non glieli avete prestati voi? come può avere tante mani per prendervi se non è da voi che le ha ricevute? Siate dunque decisi a non servire più e sarete liberi!».
Sta di fatto che il popolo ha eletto a proprio "conducator" due leader di due forze che hanno promesso e pianificato di favorire le classi più abbienti, ovviamente a danno delle più deboli.
Come sia potuto accadere tutto questo è da ricercare nell'incapacità delle forze, che hanno detenuto il potere per oltre tre decenni, di lavorare in modo da contemperare le esigenze pur lecite dell'economia, con quelle, altrettanto sacrosante della larga base elettorale e, soprattutto, di comunicare correttamente e compiutamente il proprio operato, in modo da condividere il cammino con quel popolo a cui dovevano rendere conto e che avrebbero dovuto non tutelare al meglio contro ogni avversità.
Il periodo di grave crisi economico sociale, non ha favorito la lettura degli eventi, così come la comparsi di figure molto discutibili, che hanno basato i loro interventi su base autoreferenziale, pensando a più riprese di poter controllare le reazioni, sbattendo la faccia contro un muro di realtà avversa.
Tuttavia, per quanto sia comprensibile e condivisibile lo strappo coi vecchi tiranni, lo è meno questo abbraccio mefitico coi nuovi, che non si nascondono (va a loro merito) dietro bugie, esponendo chiaramente il loro pensiero di dissesto in tempi medio-brevi del Bene collettivo, adducendo spiegazioni su improbabili, se non impossibili benefici che le loro scelte porterebbero alla collettività.
È vero che le favole piacciono e, dopo periodi di grande carestia e incertezza, sentirsi raccontare che tutto questo può essere lasciato alle spalle e si può ritornare a stare bene come nel passato, è una prospettiva oltremodo allettante.
Abbiamo avuto modo di vedere davanti al Parlamento che ci rappresenta tutti, il nuovo Presidente del Consiglio che ci ha illustrato un piano d'azione in cui c'è tutto per tutti. una pianificazione che solo un deficiente potrebbe disprezzare, in pratica si prospetta una drastica riduzione delle tasse, assistenza a chi si trova temporaneamente in difficoltà, in attesa di un'occupazione, livello dei servizi inalterato, quando non accresciuto, il tutto pagato con la riduzione dei benefici dei parlamentari e con il taglio delle pensioni oltre i 5.000 euro netti. Tutto questo, senza ovviamente dimenticare di ridurre in modo significativo il nostro debito pubblico e migliorare la vita di tutti i cittadini.
Chi avrebbe mai detto che una cosa così enunciata si sarebbe potuta attuare in modo tanto semplice?
Eppure questo è quello che accade e il futuro, come sempre dalla notte dei tempi, diventerà presente molto presto.