Il peso degli anni porta con sé un bagaglio in informazioni e considerazioni che piano piano influiscono sul pensiero di ciascuno.
Era arduo interpretare il significato del detto "da giovani incendiari e da vecchi pompieri" perché la vita sembrava non dover finire mai e le risorse di energia sembravano infinite.
Non è andata così, è andata peggio, la vita ha camminato col suo passo lento, ma deciso ed è riuscita a vincere qualsiasi resistenza, qualsiasi volontà di piegarla al nostro volere.
Troppe sono le cose che l'ardore giovanile ci convince che saranno cambiate, nessun dubbio, nessuna incertezza. La prima favola che ci viene raccontata, con perfidia e malafede, è quella del bene comune, ci viene insegnata a scuola, a casa, in chiesa. Ci vogliono anni per superare il senso di disorientamento che ci avvolge quando ci rendiamo conto che sono solo parole e che tutti coloro che ci circondano, hanno tradito quegli insegnamenti, quegli impegni che l'orizzonte sociale ci aveva prospettato a tutto tondo.
Chi non ha avuto in dote l'insegnamento della furbizia, dell'opportunismo, dell'approfitto, della scaltrezza e dell'egoismo sopraffattore, si è trovato in minoranza e, a un certo punto, ha perduto la strada.
L'alienazione di sé stessi da sé stessi è stata la mano tesa che la società ha offerto ai suoi figli più deboli: droga, alcool, delinquenza di piccolo cabotaggio o un lavoro anonimo, in cui i soldi elargiti erano direttamente proporzionali alla capacità di estraniarsi dagli insegnamenti giovanili.
E ora? E ora non ci rimane che andare avanti in questa vita parallela, stando il più possibile affacciato al davanzale, evitando con cura di scendere in strada durante il perpetuo "encierro" che potrebbe mettere fine dolorosamente ai nostri giorni, o ci costringerebbe a una fuga che molti, fra quei pochi che siamo, non sarebbero in grado di affrontare con la dovuta rapidità.
Andiamo avanti e ci guardiamo bene da avvertire del pericolo di imbecillità imperante chi si affaccia al mondo come se fosse nuovo, propugnando la supremazia della morale sull'uomo, restiamo a guardare, con rassegnata consapevolezza, la fine di tutto quello in cui avevamo creduto e che ci ha fregato giorno per giorno, sottraendoci la possibilità di guardare in faccia la realtà, lasciandoci venerare un simulacro falso, come lo erano gli dei dell'Olimpo.
Questo è e, forse, sarà anche per il futuro. Perchè l'astuzia del Potere è avere inventato dei meccanismi che stritolano qualsiasi cosa, a parte il Potere stesso e le solide e curate mani che lo detengono dalla notte dei tempi e che continueranno a stringerlo saldamente per omnia secula seculorum.
Com'era quella storiella sulla democrazia? "tutti gli uomini sono uguali?" Che ridere, spassosissima,quella, poi, della sovranità che appartiene al popolo, ai cittadini, quella è proprio spassosa. I cittadini, questa mandria di imbecilli incolti non hanno alcuna capacità critica, puoi far credere loro quello che vuoi,
Pensa, ora si sono organizzati in fustigatori di costumi, predicando stupidi valori morali, in politica, ma ci pensi? Deridono e insultano i vecchi potenti, ladri (a loro dire), come se i loro rappresentanti fossero diversi, lascia che facciamo loro vedere la stanza del tesoro. Siamo ancora al nulla vestito di niente.
E ti ricordi prima di loro, quelli dell'indipendenza? Altra massa di cretini onanisti prima nel cervello che nei genitali, ti ricordi come hanno abboccato? Ci hanno messo altri vent'anni per rendersi conto di essere stati inculati e, ciononostante, continuano a fare raduni pieni di corna e bandiere del cazzo.
E che dire di quelli che si sono lasciati abbagliare dalle chiacchiere della televisione? Quelli che hanno creduto per trent'anni che un mondo inesistente si sarebbe realizzato per il volere di un uomo buono che avrebbe arricchito tutti?
Che idioti, se avessero studiato Dante, avrebbero imparato che non si ascoltano gli imbonitori, siano essi milanesi, che fiorentini, ma loro non hanno studiato, per fortuna siamo riusciti a neutralizzare quel pericoloso ordigno rappresentato dalla scuola pubblica. Ma scherziamo? ci manca solo che diamo la possibilità a milioni di deficienti di acculturarsi, di sviluppare uno spirito critico. Ci abbiamo messo cinquant'anni, ma finalmente la scuola pubblica è al de profundis.
L'interesse generale, altra stronzata che ci eravamo inventati, non esiste, non può esistere, ma come hanno fatto questi quattro deficienti a non capire che se la ricchezza veniva distribuita, non ci sarebbe stato più lo stimolo ad accrescerla: la ricchezza dev'essere un mito messo lì, con l'indicazione di strade per raggiungerlo e impossessarsene, mica dobbiamo dire che quelle strade non portano da nessuna parte, dobbiamo annuire e illudere questi milioni di deficienti del popolo (e già chiamarlo popolo mi ripugna), altro non sono che un'accozzaglia di bande che fanno finta di essere attratti dal bene comune, per ricavarne il massimo vantaggio personale, ambendo a una ricchezza che li porterebbe a uccidere la loro stessa madre. Sono schiavi inconsapevoli e quelli che vorrebbero veramente l'interesse collettivo sono pericolosi criminali da neutralizzare ad ogni costo.