Diceva John Lennon che la vita è ciò che accade mentre sei impegnato a fare altro. Migliaia di perle sono state spese per esaltare la fugacità della vita e incentivare il "Carpe diem", ma con scarsi risultati.
L'essere umano è tendenzialmente conservatore e preferisce passare il tempo a rimpiangere, piuttosto che assaporare quello che, sia pure in modalità ogni volta diversificate, la vita offre.
Come se ci fosse una perniciosa attrazione verso la tristezza.
Vero è che l'allegria è uno status che perdurando nel tempo conduce alla follia, ma è altrettanto vero che l'idea bohemienne della malinconia come motore del sentimento creativo è una bufala che ci hanno rifililato le nostre devastanti eredità ottocentesche.
È per questo che la spirale negativa prende il sopravvento. Non sappiamo adattarci ai cambiamenti e qualunque cosa buona provenga da essi è da considerare peggiore delle precedenti e, quindi non degna di nota.
Eppure la vita è fatta di cambiamenti continui e forse, dico forse, sarebbe opportuno studiare una strategia per assaporare l'attimo fuggente, ogni qual volta questo si presenti, sotto qualsiasi forma, ma se lo facessimo, come potremmo crogiolarci nel brodo delle nostre malinconie?