lunedì 25 luglio 2011

Follia? Delirio?

Ha sparato e ucciso decine di giovani vite....un folle, certamente.
Questo è il banale e triste commento dell'opulenta società che non sa riconoscere la follia dal fanatismo, il delirio di un pazzo da chi ha lucidamente messo in pratica gli insegnamenti che i "moderati" carichi di odio e di "verità assolute" hanno per decenni divulgato proprio nella speranza che si formasse un esercito assassino che eliminasse fisicamente il nemico.
I cattivi maestri di oggi, sono quelli che attribuiscono la nostra decadenza sociale e civile ai "diversi", che siano essi neri, musulmani, cinesi, omosessuali, immigrati (regolari o clandestini poco importa).  Il nostro declino non è dovuto all'avere per troppi anni vissuto in modo non adeguato alle nostre risorse, ingannati da amministratori pubblici falsi e bugiardi. No, il nostro declino è dovuto alle politiche sociali, agli immigrati, ai "comunisti", ai non cristiani. Se non ci fossero loro sarebbe tutto a posto.
I cattivi maestri sono quei "signori" vestiti da moralisti e moderati (e sono tanti, troppi) che instillano giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno l'odio per tutto ciò che non è omologato nei dogmi conservatori di un'ideologia, questa sì innaturale e distruttrice.
Non è un folle Anders Behring Breivik, è uno che lucidamente ha imparato a odiare i diversi, perché questo gli è stato insegnato da una cultura becera e oltranzista, da quelli che hanno predicato lo "scontro di civiltà", unitamente all'odio per chi la pensa diversamente.
Spero di sbagliare, ma credo che vedremo sempre più spesso braccia armate contro i diversi in tutta Europa e una folta, foltissima schiera di "mandanti" che si scandalizzeranno del frutto che la loro infausta semina ha generato.

giovedì 7 luglio 2011

Non parlate al conducente

Quando ero ragazzino e salivo sul filobus per andare a scuola, all'interno dell'automezzo, al centro della parte anteriore, faceva bella mostra di sè l'avviso "Non parlate al conducente", allo scopo di non distrarlo dal delicato compito che aveva e cioé di condurre il prezioso carico pubblico a destinazione.
Non ricordo di avere mai parlato al conducente, in rispettoso ossequio dell'avvertimento, ma certamente qualche volta gli ho urlato, quando non si fermava alla fermata della scuola, perché non aveva sentito il campanello che suonavamo nell'intento di informarlo che desideravamo scendere alla fermata successiva.
Il mondo non cambia, anche allora i manovratori favevano il proprio comodo e se cercavi di farti sentire adducevano scuse risibili o ti ignoravano perché, dicevano, senzo di loro saresti dovuto andare a piedi.
La storia dimostra che ogni giorno è figlio del precedente.